mercoledì 12 novembre 2008

BRUNO: BRAVO TREMONTI SULLE BANCHE!

Banche, Tremonti ci va duro: "Chi sbaglia paga e va in
galera" BRUNO: BRAVO TREMONTI.

Linea dura di Tremonti nei confronti delle Banche. Il che,
nell'Italia repubblicana, è una vera e propria novità.
Ora non resta che aspettare e vedere se la cosa sarà reale
o è la classica boutade politica. Ma tant'è che "Se la
banca fallisce i banchieri vanno a casa o vanno in galera".
L'avvertimento viene dal ministro dell'Economia. Tremonti
spiega, nell'ambito della grande crisi dei mutui, che i
banchieri rispondono innanzitutto alla legge e gli
interventi messi in campo dal governo servono solo a
sostenere il risparmio, che è un "bene pubblico". In caso
di fallimento, dunque, non si aspettino aiuti
dall'esecutivo. Il Presidente dell'Associazione - Movimento
Politico Vento del Sud Raffaele Bruno ha elogiato Tremonti
per l'ottima iniziativa ed ha dichiarato: "Era ora di porre
fine allo strapotere delle banche che praticano l'usura e
penalizzano le famiglie e i piccoli imprenditori".

Intanto, per sostenere la liquidità delle banche, ma
soprattutto il travaso da queste all'economia reale, il
governo pensa alla sottoscrizione di obbligazioni. E presto
il meccanismo sarà messo a punto con i decreti che
arriveranno dopo il G20 (attesi entro il 25 novembre). E'
quanto spiega, durante un'audizione alla commissione Finanze
in Senato sulla crisi dei mercati, il ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti, ribadendo la posizione del
governo sulle banche: non è intenzione dell'esecutivo
entrare nel loro capitale perchè questo "nuoce gravemente
alla salute in Europa". Lo scopo è garantire il passaggio
di liquidità e comunque gli istituti di credito rispondono
con i loro vertici davanti alla legge. Dunque: "Se la banca
fallisce i banchieri vanno a casa, o vanno in galera".

Il ministro ha poi ricordato quali sono stati i passaggi che
hanno portato ai due decreti salva-banche attualmente
all'esame della commissione Finanze della Camera. E
ribadisce: nessuna intenzione di entrare nel capitale.
"Entrare nelle banche in Europa nuoce gravemente alla salute
di quelli che ci entrano. Le banche facciano le banche e i
governi facciano i governi". E scopo del governo è
rimettere in moto l'economia, quella reale: "Noi non
vogliamo dare soldi alle banche ma all'economia", dice. "Se
c'è un fallimento bancario è un'altra cosa. Per quello
c'è il decreto". Ma il decreto sarà integrato a breve,
entro il 25 novembre: si utilizzeranno "prestiti
obbligazionari". "Il Tesoro, o un'altra articolazione del
ministero, ma noi pensiamo che sia giusto che lo faccia il
Tesoro" dice il ministro "fa un'emissione obbligazionaria e
la liquidità serve per sottoscrivere obbligazioni che
serviranno a integrare i criteri Tier1". Inoltre, "se ci
saranno emissioni obbligazionarie saranno compensate tra
credito e debito, non avranno impatto sul debito". Anche
perchè "non vogliamo e non possiamo fare interventi di
espansione del debito pubblico".

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