domenica 31 agosto 2008

LA PAROLA D'ORDINE E': CREDERE E COMBATTERE SEMPRE!

Sono tanti i fronti di lotta e le battaglie dure che ci
aspettano, ma non ci fermano e non ci scoraggaino perché
solo la lotta paga. Combatteremo sempre per la difesa della
giustizia sociale e per il rispetto dei diritti dei più
deboli!

A RISCHIO DI ESTINZIONE I PAESINI DI MONTAGNA IN ITALIA

C O M U N I C A T O S T A M P A

ATTENZIONE ALLA CHIUSURA DELLE SCUOLE DEI PICCOLI COMUNI!

Sull'argomento il Presidente dell'Associazione Vento del
Sud Raffaele Bruno ha dichiarato:

"Vento del Sud lancia l'allarme sul rischio chiusura
dei piccoli istituti scolastici dei Comuni della nostra
montagna. A seguito della notizia dei tagli alla scuola
previsti da un recente Decreto discusso in Parlamento, la
tenuta dell'intero sistema scolastico italiano potrebbe
essere cancellato con oltre 87.000 cattedre in meno che
andranno a diminuire l'attuale rapporto docenti /alunni,
penalizzando gli enti montani e le piccole realtà
disagiate. La scuola in montagna rappresenta un baluardo per
la cultura del luogo, un sostegno alla rete di relazioni, un
appoggio insostituibile per la micro economia, la ragione di
permanenza in zona disgraziate di molte famiglie che
altrimenti sarebbero costrette a trasferirsi altrove,
abbandonando la montagna. Dei 4.395 comuni disagiati che ci
saranno in Italia nel 2016, secondo un recente studio, ben
1.650 sono destinati a diventare vere e proprie Città
fantasma, cioè a rischio di estinzione, vista la
difficoltà a raggiungere la soglia minima di sopravvivenza
nelle diverse categorie demografiche, sociali, economiche e
di servizi. In questi piccoli Paesi si registrano numerosi
dati negativi: vi lavora il 2,1% degli addetti commerciali,
si registrano il doppio delle pensioni di invalidità
rispetto alla media nazionale, è sporadica
l'opportunità turistica. Vi è infine carenza di
presidi sanitari, ma anche del sistema scolastico, sia in
termini di studenti che di scuole. Questo provvedimento
taglia-scuole del Governo Berlusconi è grave poiché
potrebbe colpire in primo luogo i bambini. I tagli alla
scuola, infatti, con l'ultimo provvedimento, il DL 112
convertito in L 133, colpiranno in modo particolare le
scuole elementari e materne dei piccoli comuni e le
conseguenze si cominceranno a vedere dall'anno scolastico
2009-2010. Nelle zone di montagna e negli altri comuni
d'Italia, quando non ci sarà più la scuola elementare,
i bambini saranno costretti ad alzarsi molto presto la
mattina ed andare a scuola a molti chilometri di distanza
con il bus o accompagnati in auto da genitori. Se
consideriamo che il Governo ha ulteriormente ridotto i fondi
a disposizione dei comuni, il costo dei bus dovranno
accollarselo i genitori insieme agli aumenti dei costi del
materiale scolastico che già colpiscono tutte le famiglie.
In Italia i comuni sotto i 5000 abitanti rappresentano il
72% dei comuni italiani e sono quelli che rischiano di
chiudere per effetto dei tagli dell'organico già
previsti dallo scorso Governo Prodi. Vento del Sud chiede al
Governo che per queste realtà vengano applicati specifici
criteri di calcolo del rapporto alunni per classe e degli
organici del personale che tengano conto delle situazioni
territoriali, poiché il tutto avrebbe come conseguenza un
disagio sociale e culturale con conseguenze gravi anche
sulla qualità dell'insegnamento. Quando poi si penalizzano
le zone di montagna e con esse tutta l'Italia dei piccoli
comuni si fa anche un grave danno ambientale perché si
invita di fatto allo spopolamento di determinate aree
territoriali".

Roma, 31 agosto 2008 L'Addetto
Stampa di Vento del Sud

(Gennaro Natale)

A NAPOLI CITTADINI FREGATI ALLA FESTA DELLA PIZZA

________________________________________
Ennesima fregatura per i napoletani:la festa della pizza a
piazza Dante della pizza si è rilevata un bluff. .

Tanto enfatizzata la degustazione gratuita della pizza,
si è rivelato il solito bidone, si sono ben guardati di
informare che la degustazione gratuita di un trancio di
pizza avveniva solo il giorno 27 Agosto dalle h.11.oo alle
12.oo.Chi voleva la pizza doveva pagare 5 euro.Tanto secondo
una lettrice di Repubblica del giorno 26 c.m.la quale
giustamente si lamentava nella rubrica lettere dei lettori.
Sarebbe però opportuno a questo punto chiedere a chi siano
stati regalati, e con quali criteri i 12.ooo biglietti
omaggio, sicuramente ai soliti amici ed amici degli amici,
visto che appare impensabile il numero di 7.000 turisti
presenti in questi giorni a Napoli.
Napoli, 30 agosto 2008 Nicola De
Rosa

sabato 30 agosto 2008

BRUNO INCONTRA I LAVORATORI DELL'AEREOPORTO DI CAPODICHINO

C O M U N I C A T O S T A M P A

BRUNO: IL GOVERNO NON PENALIZZI LO SCALO AEROPORTUALE DI
CAPODICHINO!

Sull'argomento il Presidente dell'Associazione Vento
del Sud ha dichiarato:

"Ho incontrato una delegazione di lavoratori di
Capodichino preoccupati da quanto sta avvenendo a proposito
della crisi Aeritalia. E' evidente che se i tagli
annunciati dal ministro Sacconi dovessero colpire il Sud,
determinerebbero l'ennesimo ed insostenibile colpo
socio-economico alla nostra Regione. Il tentativo di salvare
l'Alitalia del Governo Berlusconi non deve penalizzare lo
scalo aeroportuale di Napoli e le aziende di manutenzione e
dei servizi, come Atitech e Az Servizi, provocando perdite
di posti di lavoro che il Mezzogiorno, che ha già pagato
duramente, non può consentirsi. Se la Lega difende
Malpensa noi difendo il Sud e i lavoratori dell'Aereoporto
di Capodichino e saremo a fianco di chiunque farà la lotta
di difesa dei posti di lavoro nel comparto aeroportuale del
Sud".

Napoli, 30 agosto 2008 L'Addetto Stampa di Vento
del Sud


(Gennaro Natale)

venerdì 29 agosto 2008

LA BRAMBILLA HA FALLITO SUL TURISMO IN CAMPANIA!

C O M U N I C A T O S T A M P A

E' FALLITA LA CABINA DI REGIA PER IL RILANCIO DEL TURISMO
IN CAMPANIA VOLUTA DAL SOTTOSEGRETARIO BRAMBILLA!

Sull'argomento il Presidente di Vento del Sud Raffaele
Bruno ha dichiarato:
"La cabina di regia per rilanciare il turismo in
Campania, la cui immagine è stata "offuscata" in
Italia e nel mondo dall'emergenza rifiuti, alla quale
avevano preso parte due rappresentanti designati dal
Dipartimento del turismo della presidenza del Consiglio dei
ministri e due dell'assessorato al Turismo e ai Beni
culturali della Regione Campania, che aveva preso il via il
15 luglio scorso, voluta dal sottosegretario al Turismo,
Michela Vittoria Brambilla, con tanto di accordo siglato a
Napoli in "pompa magna" con l'assessore al ramo della
Regione, Claudio Velardi, uomo fedelissimo di Bassolino,
è fallito nell'obiettivo di salvare la Campania dal
fallimento nel settore turistico. La regione Campania,
nonostante la buona volontà del Governo Berlusconi che sta
aiutando Bassolino a restare in carica quale presidente alla
Regione, ha avuto un'estate in cui il turismo ha fatto
registrare un risultato pessimo, con un calo del 40% delle
presenze, tutti gli alberghi semivuoti, fatta eccezione per
Capri! Eppure il Dipartimento del Turismo si era impegnato a
studiare una serie di iniziative agevolative per le imprese
turistiche della Campania, anche sotto il profilo fiscale,
che tenessero conto di indici relativi alla qualità
dell'offerta turistica, alla soddisfazione dell'utenza e
alla realizzazione di un programma per la raccolta
differenziata. Agli operatori del settore, con i quali il
sottosegretario si era incontrata, erano stati promessi
contributi sui fondi Paser 2007-2013 precisando che "non
si tratta di una forma di assistenzialismo" dal momento
che "dovranno essere investiti per migliorare le strutture
ricettive", ma nulla di tutto questo si è visto.
L'accordo prevedeva, inoltre, la realizzazione di campagne
comunicative utili alla promozione, in Italia e nel mondo,
dell'immagine della Campania e, al tempo stesso, l'avvio
di specifiche strategie che servivano a potenziare
iniziative di co-marketing con i principali operatori
turistici internazionali. Si prevedeva, infine, l'annuncio
di un grande evento internazionale che doveva valorizzare le
potenzialità e le risorse culturali della Campania e il
dirottamento su Napoli dei grandi flussi turistici diretti
all'Expo di Milano del 2015, ma anche rispetto a questo
obiettivo non se ne sa più nulla. La Brambilla ha fatto
soltanto una brutta figura, insomma, e spero che gli valga
da lezione. Continuare il consociativismo con la sinistra in
Campania porterà soltanto alla rovina il centro destra".
Napoli, 29 agosto 2008 L'Addetto
Stampa di Vento del Sud
(Gennaro
Natale)

giovedì 28 agosto 2008

PROGETTO PER SALVARE IL SUD

C O M U N I C A T O S T A M P A

VENTO DEL SUD RILANCIA IL PROGETTO DEL MIS PER LA
REALIZZAZIONE DEL MERCATO UNICO DEL MEDITERRANEO PER
SALVARE IL MEZZOGIORNO E DIFENDERSI DALLA GLOBALIZZAZIONE!
UN SOLO IMMENSO MERCATO PER 800 MILIONI DI PERSONE! BRUNO
CHIEDE AL GOVERNO DI CONVOCARE UNA CONFERENZA URGENTE
SULL'ARGOMENTO!

Sull'argomento il Presidente di Vento del Sud Raffaele
Bruno ha dichiarato:

"Creare il piu' grande mercato comune del mondo è il
Progetto proposto da Vento del Sud da diversi anni ai vari
governi che si sono succeduti in Italia per salvare il
Mezzogiorno d'Italia e meglio difendersi dalla
globalizzazione. Un'area di libero scambio che si estenda
dalla Scandinavia al Marocco, dall'Islanda alla Siria,
coinvolgendo 600-800 milioni di consumatori e riguardando in
sostanza ogni tipo di bene, con il fine di migliorare non
soltanto i rapporti commerciali tra Ue e Paesi mediterranei,
ma anche le cosiddette relazioni Sud-Sud, in modo da
favorire e rafforzare uno sviluppo armonico di tutta la
regione meridionale del Mediterraneo. Il Mercato comune, a
aprere di Vento del Sud, dovrebbe essere esteso anche ai
quattro Paesi europei con cui l'Ue ha gia' stabilito
un'associazione di libero scambio (l'Efta, che coinvolge
Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera). Finora
l'eliminazione delle tariffe doganali ha riguardato i beni
industriali (non ci sono piu' tariffe per i beni diretti dai
partner mediterranei all'Unione europea e sono in via di
smantellamento quelli che vanno nella direzione opposta), ma
si potrebbe puntare ad una graduale, reciproca e, se
possibile, piena liberalizzazione del commercio di prodotti
agricoli. Si deve puntare inoltre a liberalizzare il mercato
dei servizi e a consentire il diritto allo stabilimento
delle aziende dei vari Paesi dell'area in qualunque altro
stato partner. Le relazioni economiche tra paesi
mediterranei e Unione europea sono gia' comunque abbastanza
sviluppate visto che i 25 coprono il 50% del commercio dei
Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Da Bruxelles
provengono inoltre la gran parte degli investimenti
stranieri diretti verso l'area (il 36% del totale), oltre
che la gran parte dei finanziamenti, con circa 3 miliardi di
euro all'anno in donazioni e prestiti. Gli scambi tra gli
stati della sponda meridionale rappresentano soltanto il 15%
del commercio complessivo della regione, la percentuale piu'
bassa tra tutte le aree del mondo con un'estensione simili.
In Italia, purtroppo, si continuano a proporre formule
di assistenzialismo e di operazioni clientelari per
salvaguardare la casta dei politici di regime e i loro
interessi, affossando sempre di più le regioni
meridionali, mentre noi proponiamo un Progetto serio che
può rappresentare una soluzione innovativa e risolutiva
per il Sud. Il nostro obiettivo è quello di realizzare un
Mercato Unico del Mediterraneo per salvare il Mezzogiorno,
alternativo o complementare a quello europeo. Guardiamo
quindi ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, poiché
solo attraverso una sorta di collaborazione tra le immense
materie prime che potrebbero essere ricavate dai Paesi
Mediterranei e le nostre tecniche di lavorazione potremmo
realizzare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo
concreto per il Mezzogiorno, affamato di lavoro e sviluppo.
Per dare concretezza al progetto ci batteremo, quindi,
affinché nel Mezzogiorno siano realizzate tutte le
infrastrutture necessarie a favorire un ponte preferenziale
tra il Sud d'Italia e i loro Paesi e chiediamo al governo
Berlusconi di promuovere una Conferenza di mercato delle
regioni del Sud con tutta l'area dei Paesi che si
affacciano sul Mediterraneo".
Napoli, agosto 2008 L'Addetto Stampa di
Vento del Sud

mercoledì 27 agosto 2008

LA BANCA DEL SUD: UN IMBROGLIO PER I MERIDIONALI

C O M U N I C A T O S T A M P A

Sull'argomento il Presidente di Vento del Sud Raffaele
Bruno ha dichiarato:
"Sono dell'opinione che la tanto favoleggiata Banca
del Sud, appoggiata da questo governo e da Tremonti, con
l'avallo di Bankitalia e delle solite banche coalizzate,
le stesse che praticano, l'usura, l'anatocismo e il
signoraggio, rappresenti un altro tentativo di realizzare
un altro carrozzone politico, un'ennesima cattedrale nel
deserto disperato del Sud in agonia. Una manovra per
prendere in giro i meridionali e raggranellare i risparmi di
chi si farà prendere in giro, per poi investirli altrove.
Per aiutare il Mezzogiorno servono interventi strutturali e
infrastrutture serie, come l'ammodernamento della nostra
rete idrica, la realizzazione di nuovi acquedotti, strade,
autostrade e aiuti concreti finalizzati alla crescita e allo
sviluppo vero. Non servono al Sud i soliti interventi
elargiti "a pioggia" e in modo clientelare e per i
soliti capitalisti, per le stesse aziende e per i soliti
amici degli amici. Al Mezzogiorno non servono neanche
operazioni di facciata come la realizzazioni di banche che
nominalmente sono meridionali, ma che poi hanno i loro
centri decisionali al Nord".
Napoli, 27 agosto 2008 L'Addetto Stampa di
Vento del Sud
(Gennaro
Natale)

lunedì 25 agosto 2008

BRUNO: CONTRO LA DISCARICA DI CHIAIANO LA LOTTA DIVENTA DURA!

C O M U N I C A T O S T A M P A

BRUNO: DA OGGI LA LOTTA CONTRO L'APERTURA DELLA DISCARICA
DI CHIAIANO SARA' DURA!

Sull'argomento il Presidente dell'Associazione Vento del
Sud Raffaele Bruno ha dichiarato:

"Da oltre quattro mesi siamo mobilitati contro
l'ennesimo scempio ambientale nella nostra regione,
l'ipotesi di costruire una mega discarica da 800 mila
tonnellate di rifiuti nella Selva di Chiaiano, all'interno
del Parco delle Colline.
Una battaglia non solo contro la costruzione della discarica
a Chiaiano, ma contro l'intero piano rifiuti voluto dal
governo a dagli amministratori locali, incentrato su
discariche ed inceneritori.
Un piano, che dopo 14 anni di malgoverno, tende ad affermare
gli interessi dei poteri forti sulla pelle di intere
comunita'. Da un lato la determinazione di chi ha preso
tra le mani il destino dei propri territori, ha
delegittimato le istituzioni del malgoverno, ed ha
organizzato i presidi, le assemblee e la difesa del potere
decisionale sulle scelte del territorio. Dall'altro i
poteri forti, intenti ad applicare la ricetta della difesa
dei propri interessi davanti allo schock che le comunità
della Campania hanno subito con la cronica crisi dei
rifiuti.
Gli interessi degli inceneritoristi legati a Confindustria,
come Fibe, il gruppo Impregilo, e A2A, gli interessi di chi
come l'attuale governo deve entrare nella spartizione
degli affari speculativi della nostra regione fino ad ora
gestiti dal centro sinistra.Gli interessi di pochi , contro
la vita di tutti.
Sono state decise vere e proprie leggi speciali,
attraverso il decreto 90, che regolarizzano quello che fino
a ieri era il meccanismo di smaltimento illegale dei rifiuti
, consentendo lo sversamento in discarica di ogni tipo di
rifiuto. Allo stesso modo , le leggi speciali, colpiscono i
comitati, gli attivisti, le comunita' che resistono
attraverso un riordino delle normativa vigenti sui blocchi
stradali , e con l'individuazione della figura dei
"promotori" che vengono messi in galera fino a 5 anni di
carcere.
Accanto a questo, l'utilizzo dell'esercito, che nel mese
di luglio ha militarizzato completamente l'area delle cave
di Chiaiano e Marano. Una vera dichiarazione di guerra..
Per questo motivo siamo davanti ad una vera e priopria
emergenza, che vede le comunità resistenti scontrarsi a
viso aperto contro chi vuole lo scempio del nostro
territorio.
Una situazione nuova che deriva da una già latente
emergenza democratica che dura da oltre 14 anni nella nostra
regione, dove nel nome dell'emergenza e della difesa degli
interessi dei poteri forti le comunità sono state
estromesse dalla decisione sul futuro dei territorio,
andando a costruire uno scenario di spartenze, affari e
complicità sulla nostra pelle.
Dopo aver accettato il confronto tecnico con il governo, ci
siamo trovati militarizzati, blidati, epropriati della
nostra terra.Per questo abbiamo deciso di generalizzare la
nostra lotta, colpendo in diversi punti della metropoli,
attuando dei blocchi metropolitani, sulle tangenziali, sulle
autostrade, nelle vie del centro. Adesso la lotta sarà
dura!"
Napoli, 25 agosto 2008 L'Addetto Stampa
di Vento del Sud

domenica 24 agosto 2008

ATTENTI A PRODOTTI

BASTA CON LA CONCORRENZA SLEALE DEI PRODOTTI CINESI! I CAPI
COMPRATI DA LORO E CHE SI INDOSSANO PROVOCANO GRAVI PROBLEMI
DI ALLERGIE,ANCHE GRAVI!

Sull'argomento il Presidente dell'Associazione Vento
del Sud Raffaele Bruno ha dichiarato:

"La concorrenza sleale dei cinesi nelle nostre città,
oltre a mettere in ginocchio interi settori commerciali
quali il tessile e il calzaturiero,sta determinando anche
gravi problemi a cittadini che comprano indumenti e scarpe a
basso costo in negozi e su bancarelle di cinesi. Si ha
sempre più spesso notizie di cittadini che, infatti,
lamentano problemi di salute determinati dal fatto di avere
indossato indumenti acquistati da cinesi. I rischi che si
corrono scegliendo un capo d'abbigliamento, un paio di
scarpe, della biancheria non regolari derivano soprattutto
dal fatto che questi prodotti si "indossano", si portano
cioè a contatto del proprio corpo. La prima conseguenza,
spesso ignorata, è l'igiene. Nei laboratori artigianali
dove vengono fabbricati i falsi del made in Italy le
condizioni di lavoro sono disastrose. Vengono impiegati
spesso materiali tossici, sostanze dannose, in grado di
provocare allergie. I capi di cotone vengono spesso
sbiancati con l'uso di sostanze pericolose vietate in
Europa. Dobbiamo incoraggiare la promozione della
responsabilità sociale delle aziende facendo verificare la
veridicità delle etichette e parlando dei rischi per la
salute dei prodotti immessi nei circuiti commerciali. Le
ammine odorose, altamente tossiche, sono molto usate nei
manufatti extra-europei ma non risultano mai dalle
etichette. Le tomaie di pessima plastica venduta come pelle,
si alterano a contatto con il sudore e gli "umori" della
cute, provocando danni e allergie gravi. Il più delle
volte i materiali degli occhiali illeciti non seguono gli
standard europei di sicurezza particolarmente rigidi. Con
danni per la vista. I rimedi. Sono gli stessi che dovrebbero
guidare la scelta di prodotti di altri settori: acquistare
presso rivenditori autorizzati di marchi noti, non fermarsi
al primo negozio, evitare i prezzi bassi per i prodotti che
sono a contatto con il corpo. Le etichette devono essere
chiare e riportare più componenti (nessun capo di
abbigliamento è costituito da un unico tessuto o
materiale, ndr), i tipi di tintura, trattamento, sostanze e
coloranti entrati nel processo produttivo.
Infine sulla confezione devono esserci indicazioni del
produttore o dell'importatore con indirizzi, numeri verdi,
telefoni esiti. I prodotti contraffatti non lo prevedono
quasi mai. Al primo difetto chiedete immediatamente la
sostituzione facendo valere la legge italiana sulle
garanzie. Un prodotto di marca è sempre garantito".

sabato 23 agosto 2008

FERMIAMO LE BANCE USURAIE

IL GOVERNO DEVE ISTITUIRE UNA COMMISSIONE DI INDAGINE SULLE
BANCHE USURAIE PER I COSTI OCCULTI, IL SIGNORAGGIO
SECONDARIO, L'ANATOCISMO E LA PERPETUAZIONE DEL DEBITO!

di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

Le banche hanno trasformato una normale apertura di
credito in conto corrente in una formidabile fonte di
moltiplicazione dei profitti, caratterizzata da una
sistematica generazione di costi per l'ignaro utente
bancario, in massima parte occulti e con un accentuato
andamento esponenziale in rapporto al passare del tempo.
L'espediente contabile della capitalizzazione trimestrale
utilizzato dagli istituti di credito nei rapporti di conto
corrente bancario si concretizza, nella realtà operativa,
in software appositamente predisposti mediante i quali la
banca "traveste" gli interessi da capitale. Di conseguenza
nel conto corrente, il capitale riportato negli estratti
conto trimestrali non e' "puro" ma comprende una quota di
interessi sempre maggiore con il trascorrere del tempo, fino
a giungere ad un debito costituito da soli interessi. E' da
sottolineare che i meccanismi impiegati dalle aziende di
credito per la progressiva moltiplicazione delle competenze
sono due: l'anatocismo (cioe' la capitalizzazione composta)
esercitato sugli interessi e quello esercitato sulla
commissione di massimo scoperto. Tali anatocismi agiscono in
modo reciproco e sinergico, moltiplicando vicendevolmente e
progressivamente interessi e competenze. L'anatocismo degli
interessi, infatti, moltiplica gli interessi e la
commissione di massimo scoperto; l'anatocismo della
commissione di massimo scoperto moltiplica se stesso e gli
interessi. A ciò si aggiungano le spese e le incidenze
delle valute (i cosiddetti giorni-banca) elencate
dall'istituto di credito nell'estratto conto scalare inviato
trimestralmente al cliente, che hanno già incrementato
il"debito" dell'utente bancario: competenze sulle quali si
esercita l'effetto moltiplicatore dei meccanismi appena
descritti. Il risultato di questo sistema e' di rendere
esorbitante il costo del credito in maniera deliberatamente
occulta e di perpetuare il "debito" del cliente, ben presto
costituito - ad insaputa dello stesso - da soli interessi e
spese autoriproducenti. Ecco alcuni motivi per cui si
oltrepassa la soglia usuraria prevista dalla legge 108/96.
Relativamente all'applicazione della legge sull'usura
nelle aule dei tribunali civili e penali italiani, alcune
volte si assiste ad un'impropria e fuorviante applicazione,
da parte dei periti dei giudici e/o degli istituti di
credito, delle istruzioni per la rilevazione del teg (tasso
effettivo globale) emanate tempo per tempo dalla Banca
d'Italia. Tali professionisti, infatti, considerano le
istruzioni dell'istituto centrale (costituenti mero atto
amministrativo di natura normativa) come uno strumento
"alternativo" per la determinazione del teg usurario
rispetto all' unico criterio legislativo imposto dall'art.
2, 1° comma, della Legge 108/96 riproducente l'art. 644,
4° comma, del Codice Penale, che così recitano: "per la
determinazione del tasso di interesse usurario si tiene
conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e
delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate
all'erogazione del credito". La diretta applicazione di tale
norma non può infatti prescindere dalla inclusione nel
paradigma di calcolo seguito dai periti incaricati, di tutti
quegli oneri che concorrono alla formazione del costo
effettivo globale del credito che l'utente bancario sostiene
per l'utilizzo di una somma di denaro concessagli
dall'istituto creditizio, quali: gli interessi, l'anatocismo
multiplo, le valute sui versamenti e sui prelevamenti, le
spese legali ed assimilate, gli interessi di mora, gli
addebiti per tenuta conto, per istruzione e revisione
pratiche di fido, le spese per assicurazioni e la
commissione di massimo scoperto. Come abbiamo già visto,
alla fine di ogni trimestre, il compenso globale dovuto dal
correntista viene capitalizzato e va ad aumentare il debito
del trimestre successivo; al tempo stesso, vengono
addebitati sul conto commissioni e spese. E' evidente,
pertanto, che il costo effettivo del credito in conto
corrente si compone di diversi elementi e risulta
notevolmente più elevato del tasso di interesse
nominalmente ed apparentemente ad esso applicato dalla
banca. Fattori di costo peraltro soggetti, come abbiamo
visto, a processi di tipo esponenziale che non possono
assolutamente trovare parziale riconoscimento in
pseudo-metodologie di analisi del rapporto creditizio,
chiaramente orientate ad una maliziosa interpretazione delle
istruzioni della Banca d'Italia ed a una strumentale
applicazione della disciplina contrattuale.
Si tratta di interessate confusioni, raramente attribuibili
a scarsa competenza tecnica, che contribuiscono spesso a
consolidare, nel corso dei giudizi, l'occultamento delle
sostanziose e illecite remunerazioni, percepite nel corso
del rapporto di conto corrente da parte delle banche, con
conseguente e rilevante danno per il correntista, che oltre
a non vedersi risarcito il maltolto, deve rassegnarsi anche
a non poter avere la soddisfazione, morale e finanziaria, di
vedersi riconosciuto il proprio status di usurato bancario.
E' indispensabile, quindi, che il governo Berlusconi
nomini subito una Commissione d'indagine per mettere fine
a questo stato di cose.

Raffaele Bruno

giovedì 21 agosto 2008

PIANO CASA DI TREMONTI: UNA VERA INGIUSTIZIA SOCIALE

Piano casa di Tremonti è polemica col MIS! Bruno: il
Governo si prepari a prorogare gli sfratti per i disagiati!
Sull'argomento il Vice Segretario nazionale Vicario e
Responsabile del Dipartimento per le Politiche del
Mezzogiorno del Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele
Bruno ha dichiarato:

"Il piano-casa di Tremonti? Una ingiustizia sociale!! Quel
piano toglie fondi a un progetto già pronto per aiutare i
meno abbienti per un'iniziativa ancora tutta da verificare.
Con l'operazione voluta da Tremonti, infatti, si tolgono 550
milioni di euro destinati nel 2007 all'emergenza abitativa,
e in particolare alle famiglie disagiate sottoposte a
sfratto, per destinarli a un fondo nazionale che dovrà
finanziare un 'piano casa' tutto da definire, ma che già
si profila come l'ennesimo sostegno ai costruttori nostrani
che per effetto della crisi vedono crollate le
compravendite. Altri alloggi in proprietà, quindi, che non
servono a nulla e vanno nella direzione opposta alla
necessità che lo stesso governo e gli stessi costruttori
hanno, sino a poche settimane fa, dichiarato: quella di
costruire e recuperare alloggi in locazione a canoni
sostenibili dai redditi delle famiglie in cerca di
abitazione. Come folgorati sulla via di Damasco, hanno tutti
fatto marcia indietro: è scomparsa la parola 'locazione'
da quello che dovrà essere il futuro piano casa e via i
fondi da quella che invece era una prima concreta risposta
all'emergenza abitativa, fatta non solo di soldi ripartiti
fra le Regioni, ma anche di obiettivi fisici già
individuati per la loro destinazione.
Come se non bastasse, vengono sottratti altri 280 milioni
già destinati ad alloggi in locazione a canone
sostenibile, nei contratti di quartiere, a dimostrazione
ulteriore di quale indirizzo il governo intende dare alla
politica abitativa. Il Movimento Idea Sociale avverte fin da
ora il governo che in ottobre scadrà la proroga degli
sfratti per le famiglie di anziani, di portatori di
handicap, di malati terminali. A loro è stata sottratta
anche la speranza di un alloggio alternativo. Un'azione
proprio degna di Robin Hood! Già da adesso chiediamo una
proroga al governo degli sfratti."
Napoli, 21 agosto 2008 L'Addetto Stampa
del MIS con Rauti


(Giovanni Mazzei)

martedì 19 agosto 2008

INTERVISTA A PINO RAUTI (Segretario Nazionale del Movimento Idea Sociale)

Intervista a Pino Rauti
Coerenza e Fedelta'
di Stefano Pantini
1) Lei è un personaggio storico per la politica , che ne
pensa della situazione politica della Destra Italiana?

Alt! Subito alt! Alla definizione di "personaggio
storico". A parte che mi fa sentire un po' un pezzo da
museo che lì giace come in una teca, c'è il fatto che
non spetta a noi, come dire? Adesso e subito,affibbiare
quella definizione,lasciamo il tempo al tempo,lasciamo che
ci pensino,se e quando sarà il caso a ricorrere a
quell'espressione. Ma no sfuggo alla domanda: non "penso
bene" della situazione politica di quella che voi definite
"Destra Italiana". Mi sembra che si stia come
sciogliendo;si avvia a confluire nel PDL in Italia, e nel
PPE in Europa. Senza più radici, definitivamente tagliate,
senza più punti di riferimento né ideale né
ideologici.

2
2) La sua storia dal FAR all' MSI ad Ordine Nuovo,Fiamma
Tricolore, MIS, è costellata da diverse difficoltà,
qual'é la più amara, e quella più dolce?

La difficoltà più amara fu quella trovata al Congresso
di Fiuggi. Non aderii ad A.N. perché in molti – tra , i
tanti che mi applaudivano e magari ci piangevano sopra –
mi avevano assicurato che, se fossi uscito, se non avessi
aderito ad A.N.,mi avrebbero seguito. Invece uscii da solo o
quasi. Continuarono a piangere ma, ci rimasero. Di
difficoltà, "dolci" non mi pare di averne incontrate.
E credo che non ce ne possano essere quando un impegno
politico viene vissuto, come è accaduto a me,con tanta
passione e dedizione. Il che oggi però mi fa dire che la
passione e la dedizione possono anche portare a una sorta di
"accecamento",alla perdita di quel senso
dell'equilibrio razionale e raziocinante che invece, in
politica, bisognerebbe sempre conservare. Senno del poi,
naturalmente che non serve a niente


3) I giovani hanno bisogno di credere in qualcosa che sia
sincero, giusto e coerente, cosa consiglia?

Certo, i giovani hanno bisogno di credere. Se non si
"crede" quando si è giovani, come si fa a vivere in
modo decente? Ma è altrettanto certo che oggi i giovani
hanno sempre meno motivi per "credere" in qualcosa, e in
qualcuno. Con tanti esempi negativi che si vedono intorno,
crescono per lo più, nella stragrande maggioranza senza la
prospettiva, di credere con impegno, come detto sopra, con
passione, che avevamo noi e tutte le generazioni del secolo
scorso. Se è possibile dare un consiglio in materia ( ma
è possibile? Serve a qualcosa?) Vorrei tanto che qualcuno
o qualcosa tornassero ad avere quel ruolo e quella funzione.
Vita sociale triste, altrimenti vita sociale grigia e
insipida; che poi diventa , come stiamo vedendo, una vita
non sociale, una vita di "automi" che cercano solo
profitto e benessere. Vita che non vale perché è senza
valori.


4) La situazione d'informazione giornalistica mi sembra
che sia sempre contro i giovani di Destra, perché ?

Perché l'informazione giornalistica è ancora
egemonizzata dalla sinistra; meglio ancora, direi, dal
sinistrismo; dal progressismo generico e generalizzante che
continua a "fare modernità", moda ,tuttora,
irriducibile.


5) Cosa le piace ricordare della sua lotta politica?

Mi piace ricordare i primi 10/15 anni del
dopoguerra,quando,insieme a tanti altri (si legga il libro
bellissimo di Carioti in materia,su "Gli orfani di
Salò" che a me dedica più di una ventina di lunghe
citazioni) proseguivo, riprendevo e approfondivo nel terreno
politico lo stesso "scontro" che ci aveva portato con
tanta,adolescenziale purezza di intenti, a militare nei
reparti giovanili della Repubblica Sociale.


6) E' cambiato il modo di far politica?

Certo che è cambiato; e quanto è cambiato! A me sembra
che sia cambiato in peggio e non sono il solo a pensare, a
ritenere, a giudicare che sia cambiato in peggio, lo dicono
un po' tutti; e , se volessimo far riferimento ai libri
che ne scrivono, potremmo dire che è disponibile una
"folta" libreria. E' cambiato il modo di fare
politica, perché sono cambiati, come detto sopra, i punti
di riferimento. In sintesi? Pochi valori e molto interessi.


7) C'era più partecipazione nel fare politica 30,40 anni
fa?

Ed è soprattutto questo, quello che oggi manca nella
politica: la partecipazione, il senso,la sensazione diffusa
- quella che si respira con l'aria, come l'aria; e che,
come l'aria da la vita – che si fa qualcosa di condiviso
e di condivisibile da tanti altri. Adesso, ognuno "fa",
ognuno "va" per conto suo. E per questo, anche in
politica, e nel fare politica, c'è tanta solitudine;
quella stessa solitudine che caratterizza la vita sociale
dei nostri tempi.


8) Le scelte fatte a Fiuggi sono state vincenti?

Sul piano del successo elettorale e politico, è certo che
quelle "scelte" hanno vinto. Sono convinto però –
continuo a restare convinto esattamente come dissi allora
– che il successo elettorale ci avrebbe premiato anche se
non avessimo fatto, a Fiuggi, le "rinunce" di cui tanto,
e con accanimento,discutemmo. I voti cominciarono a
diventare tanti quando ancora eravamo soltanto MSI (come
dimostrarono le candidature di Fini a Roma e della Mussolini
a Napoli) ma come dimostrarono anche tanti voti in tante
città, da Catania all'Aquila a Bologna a Torino e via
dicendo). Se mai, dibattito aperto su quello che può
definirsi "successo politico", nel senso di rapporti
più facili e più ampi.Se avessimo continuato a tener
duro sulle nostre specificità, forse quei rapporti
sarebbero stati più difficili. Dico forse perché,
riguardando non superficialmente e non faziosamente quegli
anni, tanto "isolati" poi non eravamo; e con i Campi
Hobbit, le "feste tricolore", i centri di azione
agraria, tanto per fare alcuni dei tanti esempi disponibili.
Stavamo ampliando tutti i nostri margini precedenti.


9)Chi ha tradito?

Parola forte, quella di tradimento. Parola terribile che
forse si attaglia male a vicende politiche. Che sono per lo
più scelte di tattiche diverse e di percorsi divaricati
che comunque sempre alla tattica appartengono.


10)Il tradire oggi, a chi conviene?

Non conviene a nessuno. Perché, scelte tattiche diverse e
differenziate a parte, tradire oggi significherebbe venir
meno sui valori di fondo. In un'epoca nella quale quella
che si sente di più - e in modo assolutamente negativo e
forviante – è la mancanza di valori "pesanti",
capaci di incidere sul vivere sociale, con ricadute (tutte
positive) anche nell'esistenza concreta dei singoli.


11)La situazione politica Europea dove ci porterà?

Ci porta inevitabilmente a far assumere all'Europa un
ruolo "suo", tra Stati Uniti, Russia e potenze emergenti
quali Cina e India, mondo Islamico e terzo e quarto mondo
dei paesi poveri. Ma l'Europa potrà far molto non solo
se troverà quella misura che oggi le manca ma se saprà
elaborare un suo modello "di vivere sociale e civile,
altrimenti finirà in una enorme zona di liberoscambismo di
uomini, mezzi e di servizi, tornerà ad essere un vasto
"mercato comune" di prodotti e non potrà avere ruoli
di ambizioni politiche. Per l'Europa ci vuole un
"progetto", ci vuole un "modello" ad alto livello,
culturale prima ancora che politico.


12)Tutti i partiti dell'estrema destra Europea, dato il
crescente consenso, possono formare un partito unico
Europeo?

Certo che possono formarlo. Quando ero Deputato Europeo mi
sforzavo di fare il possibile in tal senso. E dissi anche,
con molta chiarezza, che il principale avversario da
combattere era per noi il "nazionalismo vecchio stile";
sciovinismo di stile e stampo ottocentesco, quello stesso
che poi, risalendo alle radici della storia Europea degli
ultimi 150 anni, aveva portato a tante guerre civili fra
europei. Guerre civili che avevano portato a Yalta alla
scomparsa degli europei dalla scena politica mondiale, alla
"divisione" del mondo fra Stati Uniti e Russia.


13)Quali di questi nuovi partiti si avvicinano di più alla
sua idea di politica?

Sono tutti, almeno in linea di principio, egualmente validi.
E mi dispiace di non essere più a Strasburgo per poter
lavorare con loro spingendoli a stabilire almeno un "patto
di unità d'azione".


14)Più di 60 anni di politica come li ha vissuti?

Anche qui, non spetta a me personalmente dirlo perché
potrei essere spinto da motivazione legate ai miei
sentimenti e alle mie scelte. E poi, si tratta, appunto, di
un sessantennio, un "tempo" enormemente lungo durante il
quale di cose ne sono successe, se ne sono succedute tante.
A me sembra di averlo vissuto, questo tempo lungo che va dal
1943 – anno di arruolamento nella Repubblica Sociale, nei
suoi Battaglioni "M" prima e poi, da sottotenente della
Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), con dignità, con
coerenza, con quello che continuo a definire impegno
militante.


15) Una frase che la identifichi?

Una frase sola: Fedeltà alle radici.


16) Storace, Fiore, Romagnoli, quale di questi tre
personaggi, che sono fuori dal governo, le ispira più
simpatia e fiducia?

Per Storace e Fiore, nulla. Fanno i loro "giochi", la
loro politica. Si può condividerne qualcosa e non essere
d'accordo su altre, non c'è problema. Per Romagnoli,
invece si, e molto. E precisare (in sintesi perché poi
molto spazio nemmeno se lo merita) che per lui ho la
massima, davvero massima disistima politica.


17) Chi è Pino Rauti?

Torno a ripetere: chi è Pino Rauti, lo devono – meglio
lo dovranno – dire, a suo tempo, gli altri.


18) Che cosa è stato per lei Benito Mussolini?

Per l'Italia, l'uomo che la trasformo, anzitutto, in
Nazione, da paese e assemblaggio rissoso di gente, quale
era. Per l'Italia, per l'Europa e per il mondo intero,
un rivoluzionario duttile e "gradualista" che cercò
una forma nuova di Stato, al di là della destra
conservatrice, ottocentesca, e della sinistra socialista o
comunista. Su di lui ho scritto un "pensiero" che qui
riporto e che a suo tempo mi costò molto lavoro per
"sintetizzare" al meglio.


Un pensiero di Pino Rauti per Lui


BENITO MUSSOLINI
Rivoluzionario, Statista, Legislatore
Nella sua vita tormentata e drammatica:
• bonificò le paludi in Italia e il deserto in Libia;
• pacificò il Capitale con il Lavoro e lo stato con la
Chiesa;
• creò lo Stato Sociale e volle il Lavoro al centro
dello Stato;
• spezzò l'assedio di 52 Nazioni e spazzò la
schiavitù in Etiopia, portandovi un milione di coloni e
costruendovi strade, porti, ospedali;
• salvò l'Italia dal comunismo nel 1922 e la Spagna - e
con essa l'Europa e il mondo - dal bolscevismo stalinista
nel 1936;
• fece dell'Italia, che era nel '22 il Terzo Mondo
dell'Europa per malattie, miseria e arretratezza, una
Nazione civile e moderna e volse l'autorità dello Stato,
al fine del benessere comune;
• volle, con il CORPORATIVISMO prima, inserire le forze
del lavoro, della Tecnica, della Scienza e della Produzione
nelle strutture giuridiche dello Stato e con la
SOCIALIZZAZIONE poi, portare i lavoratori al centro
dell'Impresa, con diritto ai suoi utili e alla sua gestione.
Volò alto, Benito Mussolini, sognò di "andare oltre".
Pensava che l'Economia non era il destino dell'Uomo.
Sognò - forse troppo in anticipo rispetto agli uomini del
suo tempo e ai mezzi di allora - di spezzare l'egemonia
dell'Economia sulla Politica e della Finanza sulla Economia
e sulla vita dei popoli.
Alla fine fu vinto non soltanto dall'asse del male
plutocratico-comunista, quanto dal tradimento e dai
rinnegati.
NOI, che Lo seguimmo fedeli anche sulla trincea estrema
dell'ONORE nella REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA, mentre altre
abiure si susseguono, riaffermiamo la fede appassionata in
LUI, la riconoscenza per l'opera immensa e multiforme che
svolse e nella Sua RIVOLUZIONE SOCIALE, nella Sua IDEA, in
quel Fascismo inteso come "Sole dei poveri" e speranza e
tormento dell'Italia più giovane.
SICURI CHE IL DOMANI APPARTIENE A NOI !

19) Chi è stato Giorgio Almirante?

Una risposta adeguata è impossibile,qui,in poche righe.
Perché Almirante è stato un personaggio "complesso",
che ha inciso a lungo e in profondità nell'area di
quello che poi è diventato –soprattutto grazie al suo
"lavoro politico" – Il cosiddetto "Popolo
Missino". Un area che, all'inizio, era profondamente
divisa, quasi spaccata in due, tra il reducismo della RSI e
il qualunquismo del centro-sud, dove non c'era stata la
guerra civile e prevalevano i monarchici. Solo se si pensa a
quella divisione, che diventava poi anche
programmatico/politica, fra i fautori della socializzazione
e gli esponenti di un moderatismo decisamente conservatore,
se si pensa a quanto quella divisione fosse profonda,si
può avere chiaro il ruolo enorme esercitato da Almirante
nel suo "lungo corso" politico. Io sono stato per anni,
come vice segretario del Movimento Sociale uno dei
collaboratori più vicini ad Almirante, sempre leale,
riferito alle mie tesi e sono stato poi a più riprese
leale avversario interno di Almirante, so bene di chi parlo,
di chi scrivo. Ruolo enorme, ho detto, quello svolto da
Almirante; e se oggi, a tanti anni di distanza mi si
chiedesse –come si fa qui,con la domanda cui sto tentando
di rispondere- come definire quel ruolo, risponderei che
esso è stato di rilevanza storica, frutto anche del
singolare carisma personale che Almirante via via ha
acquisito. Se mi domandassero i "limiti" di Almirante mi
rifarei a quanto sostenevo nelle polemiche di allora:
Almirante a mio avviso non seppe cogliere a pieno la
possibilità,che anche allora avevamo con quelle ch'io
definivo – cercando pure di passare dalla teoria ai
fatti,dalle idee e dalle tesi di principio alla
operatività concreta- le attività parallele,tutte quelle
che allora riuscimmo ad articolare,ebbero non l'avallo ma
la critica sospettosa di un Almirante assai guardingo per
non dire ostile: dai Campi Hobbit alla "scoperta" della
fantasy Tolkieniana, dai Centri di Azione agraria al
"recupero" delle dimensioni e dei contenuti di una
ideologia "nostra", che noi sostenevamo essere presente
sin dai tempi del Ventennio.

20) I suoi rapporti con Almirante sono stati sempre
corretti?

Si, li possiamo definire proprio così, corretti. Sempre
corretti,(leali,come ho già detto prima). Sia quando
collaboravo con lui, sia quando lo discutevo o addirittura
contestavo.

21) Il suo primo, cosiddetto, battesimo del fuoco?


Faticherei molto a individuare una data precisa per quello
che definite "battesimo del fuoco". Fu, se non ricordo
male, dal primo congresso Missino del "Valle" con le mie
polemiche sul Patto Atlantico. Per molti il Patto era
l'approdo logico e acritico del nostro
"traghettamento" nella vita politica ufficiale; per me,
era solo "una dura necessità, ma non il nostro
destino".

22) Si sente un perseguitato politico?

Se c'è una cosa sicura è che sono stato spesso – non
sempre ma spesso – perseguitato. Per le bombe che non ho
messo, lo sono ancora oggi, incredibilmente rinviato a
giudizio per la strage di Piazza della loggia, a Brescia.

23) La sua verità su………….?

La mia verità su cosa? Sulle stragi, quelle che,come
accusa, più mi hanno pesato addosso con anni ed anni di
inchieste giudiziarie, da Treviso a Milano e da Bologna a
Catanzaro: frutto di servizi segreti deviati, aizzati dalla
CIA, per realizzare la strategia della tensione; a beneficio
diretto della persistenza della DC al potere.

24) Negli anni '70 esisteva il soccorso rosso, c'era
anche quello Nero?
Forme di "soccorso" esistevano nella nostra area, già
prima degli anni '70, sin dal tempo dei primi Fasci di
Azione Rivoluzionaria, i famosi FAR. Allora si aiutavano le
migliaia di reduci della RSI, che arano latitanti e
ricercati o che usciti di prigione o dai campi di
concentramento, si ritrovarono disoccupati, davvero a
rischiare di morire di fame. E c'è da sottolineare –
ad orgoglio del nostro ambiente umano – che quella
situazione disperante fu affrontata con grande dignità:
pochi slittarono nella criminalità comune, pochissimi
cambiarono bandiera.

25) Quale è stato, secondo lei, l'errore giudiziario
più clamoroso per reati di matrice politica?

Quello sulla strage di Bologna. E qui va ricordato il gesto
coraggioso e clamoroso di Cossiga che, quando io ero
Segretario nazionale dell'altro MSI, chiese pubblicamente
scusa per le accuse che, subito dopo l'attentato, anche
lui aveva condiviso e portato avanti.

26) La cultura musicale della Destra è molto radicata,come
è nata l'idea dei Campi Hobbit?

L'idea dei Campi Hobbit venne a me, proprio partendo dalla
constatazione di quanto fosse ampia ed articolata la nostra
cultura musicale. E allora con i Campi Hobbit – che non
erano solo musica, ma un "contenitore" assai vasto di
quelle tematiche nuove sulle quali ritenevo che dovessimo
insistere per uscire dall'isolamento e dal nero
"nostalgismo" – tentai una riedizione aggiornata dei
Carri di Tespi del Ventennio Fascista.

27) I media la trascurano perché?

Perché i media sono al servizio del potere, ieri
democristiano,oggi berlusconiano.


28) Lei è sempre stato in prima linea, dove è che ha
sbagliato?

Ho sbagliato tante volte; tante che neanche me le ricordo
tutte. In 50 anni di vita politica a Roma a Strasburgo a
Bruxelles,non poteva non accadere,sarebbe stato strano –
impossibile – il contrario. Se mi si domandasse qual è
stato lo sbaglio più grosso, mi rifarei - Come detto in
qualche altra occasione – di non entrare in AN a Fiuggi.
Forse - dico forse, e sottolineo il dubbio perché siamo
davvero nel campo dell'opinabile – se fossi rimasto
"là dentro" avrei potuto essere più facilmente un
punto raggiungibile di riferimento politico.

29)Per lei la vita è come una lotteria, con la scritta
ritenta sarai più fortunato?

Non sono d'accordo, la lotta politica non è una
lotteria. Non ci sono seconde occasioni.

30) Che cosa vuol dire al Popolo Italiano?

Tornare a credere nei valori; tornare a cercare proposte che
siano "progetti"; tornare ad aspirare non nei programmi
più o meno intercambiabili, ma nella "concezione
dell'uomo e del mondo".

31) La sua idea per il Popolo?

La mia "idea per il Popolo" è di andare oltre il
sistema, liberale capitalistico , è roba dell'ottocento,
da accantonare e da superare.

32) Cosa è politicamente scorretto?

E' estremamente scorretto non tener fede agli impegni
presi, alle promesse pubblicamente ( o quelle privatamente
)avanzate; mancare alla parola data.

33) Quando è il momento di dire basta ed uscire dalla
politica?

Quando, a qualsiasi età (ma di più, ovviamente, nella
tarda età) ci si ritrova nell'impossibilità di
lavorare con equilibrio.

34) Il fascismo è morto?

E' "passato" ovviamente, come programma e forma di
governo, è passato perché non ne esistono più quelle
che ne furono le componenti di fondo (e dunque
"fondanti", nel senso che lo sorreggevano). Ma è, a
suo modo, "vivo" perché ad esso si può ancora oggi
guardare positivamente come ad una "miniera" a cielo
aperto di spunti,premonizioni di problemi, indicazioni da
riprendere, aggiornandole!

35) Quanto vale l'immagine in politica?

Molto, nel tempo in cui viviamo, anzi moltissimo. Ma sbaglia
chi pensa che essa sia tutto. Il vero tutto sono i
contenuti.

36) Il suo istinto vero?

Guardare al futuro, non perdere le radici ma sapere – e
"sentire" – che dalle radici nascono il tronco,le
fronde,i fiori e i frutti. Tante cose ,con il tempo,quello
propria e quello che conta per tutti si diceva una volta -
mi sembra saggiamente – Lasciamo tempo al tempo…….
Grazie ad un grande Uomo.
Stefano Pantini

sabato 16 agosto 2008

LA VENALITA' DEGLI ATLETI OLIMPICI ITALIANI

di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

Gli atleti olimpici italiani hanno chiesto pubblicamente
la detassazione dei premi in denaro che in generosa misura
percepiscono per le loro vittorie in Cina. Che differenza
con gli atleti di tutti gli sport di una volta, che si
allenavano e soffrivano per la gloria di una maglietta che
anche senza denaro, cambiava la vita. Vorremmo allora sapere
per quale ragione – largamente incostituzionale, quella
che il Coni proverà a inventarsi – le vostre prebende
per le imprese olimpiche dovrebbero subire un trattamento
fiscale diverso da quello di un lavoratore o, peggio, di un
pensionato? In un incivile Paese, nel quale cinicamente si
tassano le pensioni sociali dei poveri vecchietti, voi avete
l'impudenza di chiedere la detassazione di compensi che
– secondo etica olimpica ed equità civica – neanche vi
spetterebbero. Quello che state chiedendo è un insulto a
tutti gli italiani che pagano – con ritenuta alla fonte
– le imposte non sui redditi da medaglia, ma sui redditi
da lavoro e da pensione.

Lo sport, purtroppo, è divenuto un mestiere, e non
sempre limpido. I tempi sono cambiati, è vero. Ma non ho
mai sentito qualcuno reclamare la detassazione delle
pensioni, e purtroppo, dubito che di fronte ad una simile
richiesta qualsiasi governo risponderebbe con la stessa
sollecita disponibilità con cui è stato risposto agli
atleti olimpici italiani. Si vergognino davvero gli atleti
italiani e si vergogni tutto lo sport di oggi, divenuto solo
un'attività per fare soldi a palate e una questione di
interessi e di arricchimento fine a se stesso. Bello esempio
per i nostri giovani che già di valori negativi intorno ne
hanno parecchi.

Raffaele
bruno

venerdì 15 agosto 2008

COPERTINA DI FAMIGLIA CRISTIANA

FAMIGLIA CRISTIANA TORNA AD ATTACCARE IL GOVERNO BERLUSCONI

NUOVO ATTACCO DEL SETTIMANALE DEI PAOLINI: COL GOVERNO
BERLUSCONI SI RISCHIEREBBE UN RITORNO AL FASCISMO

MA IL FASCISMO E' STATA UNA COSA TROPPO SERIA

di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

Famiglia Cristiana torna nuovamente a censurare con toni
esasperati la situazione politica italiana e le gesta dei
suoi protagonisti in un editoriale del numero in edicola
questa settimana, questa volta a firma di Beppe Del Colle..
Tale articolo replica alle critiche che erano arrivate da
più parti dopo le frasi pubblicate dal settimanale dei
paolini, con cui si accusava il governo Berlusconi di
creare "una finta emergenza" sicurezza per nascondere i
veri mali del Paese. In pratica trattasi degli ultimi
provvedimenti che le autorità italiane hanno messo in atto
contro rumeni e zingari (la questione delle impronte e dei
campi rom) e poi si augura che "non si riveli mai vero il
sospetto che stia rinascendo qui da noi in Italia, sotto
altre forme, il fascismo. Il leghista Maroni sarebbe il
migliore attuatore di provvedimenti repressivi di natura
fascista, con la raccolta delle impronte degli abitanti dei
campi nomadi, che il settimanale diretto da Antonio
Sciortino definisce "indecenti", ma si scaglia anche
contro altri esponenti del governo Berlusconi.

Sinceramente, senza entrare troppo nella polemica, al
sottoscritto preme soltanto evidenziare l'assurdità di
paragonare il governo in carica di Fini e Berlusconi con
una cosa estremamente seria e grande quale è stato il
fascismo.
Il fascismo è stato l'unico modello di regime che ha
indicato una terza via alternativo alla liberal democrazia e
al comunismo. E' stato l'esaltazione tragica del
sentimento dell'onore e il culto dell'energia vitale.
E' stato ed ha rappresentato una concezione spirituale
della vita e del mondo. E' stato la patria, la comunità,
la tradizione e la giustizia sociale. La sua trilogia e
stata: Popolo – Nazione - Stato. Nel bene e nel male ha
rappresentato una delle grandiosità del Novecento e
intorno a quel regime migliaia di libri si interrogano
ancora su una serie di questioni che riguardano non solo la
sua grandiosità, sempre più condivisa, ma anche le
interpretazioni del pensiero e del sentimento politico, le
emozioni che divennero cultura e poi azione, costruzione
materiale. Stiano tranquilli i redattori di Famiglia
Cristiana, il fascismo è una cosa troppo seria e forse
irripetibile.

Raffaele
Bruno

mercoledì 13 agosto 2008

SARA' UN AUTUNNO CALDO

SARA' UN AUTUNNO CALDO
di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

L'inflazione sta togliendo sempre di più
competitività alle imprese e di reddito alle famiglie.
Pasta, pane, carne, luce, gas, trasporti e tutte le spese
essenziali per una famiglia normale sembrano ormai
impazzite. E così alla mancata crescita si aggiunge
l'impoverimento quei di milioni di italiani o a reddito
fisso (lavoro dipendente e pensionati innanzitutto) o che
non riescono a traslare più di tanto l'aumento dei
prezzi sulle proprie prestazioni professionali, commerciali
e produttive.
Un'onda anomala di povertà si sta abbattendo su una
società come quella italiana già affaticata da quindici
anni di scarsa produttività del lavoro, di crescita bassa
e di fratture sempre più allarmanti tra territori e tra
vari ceti sociali. L'onda di povertà, infatti,
appiattisce e unifica sul baratro del bisogno fasce
crescenti di popolazione, facendo spesso scomparire le
vecchie distinzioni sociologiche. Una situazione gravissima.
Si prevede, giustamente, un autunno caldo. Con la ripresa
dopo le ferie estive, la crisi potrebbe aggravarsi. Bisogna
perciò subito agire, ricordandosi che ogni tempesta
colpisce innanzitutto i più deboli. Ed oggi i più deboli
sono la stragrande maggioranza degli italiani, oltre che
milioni di imprese che devono competere con costi crescenti
sul mercato internazionale, oltre che su quello locale. Ma
cosa ha determinato questa onda anomala inflattiva? Una
parte delle responsabilità sta nella speculazione
finanziaria che si è abbattuta sui prezzi delle materie
prime, energia ed alimentari innanzitutto. Una speculazione
politicamente forte e che peraltro viene poco contrastata
sul piano internazionale. Un'altra parte di
responsabilità sta nell'aumento della tassazione
centrale e locale voluta dal Governo Prodi, che ha depresso
la crescita e rilanciato l'inflazione.

Una monovra di buon senso da parte dell'attuale governo
di centrodestra potrebbe evitare potrebbe evitare un aumento
ulteriore della pressione fiscale ormai giunta ai limiti
della ribellione in un Paese come l'Italia che,
specialmente nel Mezzogiorno, boccheggia sul ciglio della
recessione. O si trova subito come dare risorse alle
famiglie affinché tornino a spendere e a far girare il
mercato o saranno problemi veramente seri per tutti.


Raffaele Bruno

lunedì 11 agosto 2008

NELLA GUERRA INGEORGIA E' IN GIOCO IL CONTROLLO DEL PETROLIO

di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

E' da preoccupare il metodo aggressivo e spregiudicato
reinaugurato da Vladimir Putin, il quale dopo gli anni
dell'avvilimento patriottico ha tirato su i cuori russi.
Nella guerra i Georgia Putin cerca di ostacolare la via di
questo Paese verso l'Occidente. E siccome a Tbilisi
passa l'unico oleodotto del Caucaso che non attraversa il
territorio russo, costruito con gli aiuti degli Stati Uniti
e ci scorre un mare di petrolio che arriva dai ciacimenti
azeri sul mar Caspio, per l'Occidente perdere la Georgia
significa lasciare al Cremino il controllo completo delle
risorse energetiche dirette in Europa. Questa è la vera
posta in gioco. Il cemento della democrazia in Russia è
ancora fragile e Putin fa quello che gli pare, tanto sa che
l'Ocidente ha bisogno del suo petrolio e mai nessuno
oserebbe intervenire per fermare il massacro georgiano. Ma
l'Europa ha il dovere di intervenire perché non muoiano
altri civili, fosse anche per cominciare l'estenuante
trafila dei colloqui e delle conferenze di pace.

La guerra è arrivata come d'abitudine in agosto,
quando la politica internazionale tende a distrarsi, e in
pieno svolgimento di controverse Olimpiadi in Cina. Ma la
diplomazia, incosciente, anche un po' stolta, era ferma da
gennaio, da quando la paura dell'accerchiamento era
diventata a Mosca prevalente e angosciante. Fattori
scatenanti l'indipendenza del Kosovo e l'avvicinamento
di Ucraina e Georgia all'Alleanza Atlantica. Gli scontri
tra soldati georgiani, rafforzati da mille marines americani
e da un esercito spicciolo composto da volontari armeni,
azeri e ucraini, con gli ottomila militari russi, arrivati
in Abkhazia e Ossezia del sud andavano avanti da due mesi.
I separatisti controllavano già in parte le due regioni
dalla metà degli anni Novanta, dopo sanguinose guerre
d'indipendenza; avevano rapporti economici con la Russia,
ma non hanno mai avuto alcun riconoscimento internazionale.
Per Mosca sono merce preziosa per fermare l'ingresso della
Georgia nella Nato, per determinare una situazione analoga a
quella del Kosovo, a proprio vantaggio. Ma per Mosca
l'Abkhazia è un punto strategico fondamentale anche se
la partita sulla Nato fosse persa. La flotta russa potrebbe
trovare a Sokhumi, principale centro della regione, un nuovo
porto sul mar Nero nel caso in cui Ucraina e Georgia
entrassero nell'Alleanza Atlantica. I genieri di Mosca
stanno costruendo strade, ponti e una linea ferroviaria,
insomma un collegamento diretto. La situazione è esplosiva
ed è evidente che l'Occidente giocherà la sua partita
senza indispettire l'amico Putin. Il presidente americano
Bush se ne sta in Cina a seguire le Olimpiadi e il Premier
Berlusconi si limita a una telefonata diplomatica. Tutto
ciò mentre i civili continuano a morire.


Raffaele Bruno

sabato 9 agosto 2008

BRUNO: ALLE OLIMPIADI CPREOGRAFIE ISPIRATE ALL'OCCIDENTE CAPITALISTA AL POSTO DI MAO

di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

Dalla cerimonia d'apertura della ventinovesima
Olimpiade a Pechino non è trasparito alcunché sulla Cina
di una volta. Ve la ricordate? Parliamo appena di una
trentina di anni fa, quando la Cina era un Paese popolato
di gente con la bici come unico mezzo di locomozione e tutti
indossavano una severa divisa che andava bene per tutti i
giorni della settimana. Un Paese nel quale bastava solo
portare gli occhiali per essere accusati di essere un
"borghese", un antirivoluzionario, un nemico del popolo.
Chi non si dichiarava patriottico o filo governativo gli
appendevano al collo un cartello pieno di ingiurie, calcato
sul capo un cappello di carta, come quello imposto a
Pinocchio, e lo facevano sparire dal consesso dei vivi.
Questo fino alla fine del Novecento. Oggi, in occasione
delle Olimpiadi, la Cina ha trovato un teatro planetario sul
quale mettere in scena l'epopea della sua nuova civiltà
globalizzata. Le Olimpiadi hanno rappresentato l'occasione
per simulare la fine di un passato scomodo, con cui in
realtà non si sono ancora chiusi i conti. Il grandioso
spettacolo d'apertura delle Olimpiadi ha rappresentato,
infatti, il racconto della storia cinese, ma ci è stato il
silenzio totale sul tormentato Novecento, Mao compreso.
Nella realtà invece, la Cina resta un sistema imperiale.
Eterno. Una dinastia ne rimpiazza un'altra. Oggi la Cina
politica resta fedele al "grande timoniere". La Cina
economica, invece, lo ha rinnegato. Sono tornati gli
investimenti stranieri. E' nato un ceto imprenditoriale
locale, vi sono tanti nuovi ricchi che vivono nel vizio come
i nostri ricchi d'Occidente, ma chi controlla mercato e
industria è sempre il partito. Sempre lui, sempre gli
stessi uomini. L'ultima dinastia ha aperto le porte, un
varco nella Grande Muraglia: viaggi , mondo, informazione.
Ha messo in scena il suo spettacolo pirotecnico, lasciando
venir fuori dal buio i volti antichi della tradizione e
facendo intravedere un futuro meraviglioso per la Cina e per
i cinesi. Ma l'Occidente non deve farsi ingannare dalle
immagini della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Il
regime ha chiuso Mao nella sua scatola politica ed ha
illuminato la sua scatola economica colma di
liberalcapitalismo e consumismo per pochi nuovi arricchiti.
Ma in tutto il mondo vanno in scena giustamente sfilate di
protesta contro il governo cinese che continua a soffocare
il popolo tibetano sotto la propria repressione e la
violazione dei diritti umani. La Cina continua a praticare
la violenza e la repressione di interi popoli senza
fregarsene delle proteste che arrivano da tutto il mondo.
Tutto lascia presagire che trascorse le Olimpiadi in Cina
tutto continuerà come prima e peggio di prima.


Raffaele Bruno

giovedì 7 agosto 2008

MANIFESTO DI VENTO DEL SUD CONTRO LA DISCARICA DI CHIAIANO

Un altro manifesto è stato realizzato da Vento del Sud,
movimento di lotta popolare e sociale, contro la discarica
di Chiaiano a Napoli e affisso in migliaia di copie in tutta
Napoli e provincia. Trattasi di una vera infamia che
vogliono fare a centinaia di migliaia di cittadini che già
sono stati penalizzati per la presenza di inquinamento da
discariche e la presenza di tumori e leucemie nei bambini
del duecento per cento in più delle altre zone della
Campania. inoltre la discarica di ottocentomila tonnellate
di rifiuti dovrebbe essere realizzata a meno di un
chilometro da importanti ospedeali e in una zona ad alta
densità di popolazione.

mercoledì 6 agosto 2008

GLI ATLETI ITALIANI ESPRIMANO UN SEGNO DI DISSENSO A PECHINO

di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

Questa volta mi schiero a favore del ministro della
Gioventù Giorgia Meloni e a Gasparri nel chiedere agli
atleti italiani qualche segno di dissenso dai Giochi
olimpici celebrati in Cina, un Paese indegno di partecipare
alla vita sportiva degli altri, figuriamoci ad organizzare
un'Olimpiade!

Le Olimpiadi a Pechino non si dovevano fare . La maggiore
responsabilità ricade perciò sul Cio, il supponente
Comitato olimpico. Ma questa decisione miope ed interessata
è passata sotto silenzio, hanno taciuto le grandi
democrazie occidentali che avevano il dovere di esprimere le
gravissime ragioni che consigliavano di porre almeno delle
condizioni, alzare il tiro delle richieste. I capi comunisti
cinesi ripetono che le Olimpiadi non devono essere
politicizzate. Chi riceve tale onore, invece, e ne ricava
profitti, visibilità e ripulitura dell'immagine, non
può censurare i giornalisti, silenziare internet,
continuare a torturare e ammazzare. Dopo tanta efferatezza,
dopo le repressioni del popolo Tibetano, la Birmania e le
migliaia di esecuzioni di massa, è ora arrivato anche il
terrorismo.

Il nostro governo fa male a partecipare alle Olimpiadi di
Pechino con un proprio ministro (Franco Frattini) in
sostituzione del premier Silvio Berlusconi. Sembra che la
decisione (sbagliata) sia ormai improrogabile. Ci rimangono
solo gli atleti italiani, che sperano che non seguano i
consigli del pugile Carmelo Russo che ha dichiarato che non
gli dà fastidio gareggiare in quel Paese. Noi abbiamo
condannato e condanniamo il comportamento del governo cinese
e avremmo voluto che le Olimpiadi non si tenessero a
Pechino.


Raffaele Bruno

lunedì 4 agosto 2008

AUMENTANO I SUICIDI PER DEBITI CON LE BANCHE

di Raffaele Bruno

In Italia le procedure immobiliari o i pignoramenti sono
destinati ad aumentare a causa dell'insostenibilità
delle rate. Quello della casa non è che l'aspetto più
macroscopico di un'emergenza economica, ma anche sociale
che il nostro Paese sta attraversando. Aumentano infatti i
suicidi e tragedie tra i debitori delle banche perché le
rate dei mutui diventano insostenibili. La maggior parte dei
capifamiglia coinvolti hanno tra i 25 e i 40 anni, dato
anagrafico compatibile con una visione entusiasta della
vita. Quando la speranza di migliorare e progettare il
futuro fa fare anche qualche passo più lungo della gamba.

Impossibilitate a pagare le rate del mutuo, l'anno
scorso 946 famiglie sono state private della loro casa, con
l'aggravante d'aver visto andare in fumo tutti i
risparmi investiti. Nel 2000 il numero degli immobili messi
all'asta per gli stessi motivi non superava le 100
unità. Ne consegue che in sei anni i pignoramenti sono
aumentati dell'846%. Un ecatombe!

In Italia il 91% dei prestiti concessi dalle banche per
comprare una casa alle famiglie sono stati concessi a tasso
variabile e quindi soggiacciono all'andamento sfavorevole
del costo del denaro. La spesa a rate, però, rimane in
generale il problema principale dell'indebitamento delle
famiglie italiane. Questo sistema reclamizzato in tutti i
modi e capillarmente dà l'illusione alla gente di
potersi permettere ogni cosa. Le famiglie si stanno
indebitando fino all'osso. Le banche praticano tassi
d'interesse ben oltre la legge antiusura. Sono diventate
dei veri strozzini legalizzati che succhiano il sangue della
povera gente.

Nei prossimi nove mesi, gli osservatori economici ci
dicono che il costo del denaro è destinato a salire dal
2,50% al 3,50%. Chi ha un mutuo a tasso variabile sulla
prima casa cammina sull'orlo di un burrone. Purtroppo la
situazione è destinata a peggiorare. Occorre, quindi un
immediato intervento del Governo per aiutare le famiglie in
difficoltà. Mi sembra, però, che il governo delle tasse
e della disperazione sociale del centrosinistra di Prodi sia
impegnato a restare a galla ad ogni costo, nonostante il
crescente isolamento di un esecutivo che resiste facendo
finta di non vedere lo sbrindellamento della sua
maggioranza.

AUMENTANO LE TRAGEDIE PER DEBITI CONTRO LE BANCHE

In Italia le procedure immobiliari o i pignoramenti sono
destinati ad aumentare a causa dell'insostenibilità
delle rate. Quello della casa non è che l'aspetto più
macroscopico di un'emergenza economica, ma anche sociale
che il nostro Paese sta attraversando. Aumentano infatti i
suicidi e tragedie tra i debitori delle banche perché le
rate dei mutui diventano insostenibili. La maggior parte dei
capifamiglia coinvolti hanno tra i 25 e i 40 anni, dato
anagrafico compatibile con una visione entusiasta della
vita. Quando la speranza di migliorare e progettare il
futuro fa fare anche qualche passo più lungo della gamba.

Impossibilitate a pagare le rate del mutuo, l'anno
scorso 946 famiglie sono state private della loro casa, con
l'aggravante d'aver visto andare in fumo tutti i
risparmi investiti. Nel 2000 il numero degli immobili messi
all'asta per gli stessi motivi non superava le 100
unità. Ne consegue che in sei anni i pignoramenti sono
aumentati dell'846%. Un ecatombe!

In Italia il 91% dei prestiti concessi dalle banche per
comprare una casa alle famiglie sono stati concessi a tasso
variabile e quindi soggiacciono all'andamento sfavorevole
del costo del denaro. La spesa a rate, però, rimane in
generale il problema principale dell'indebitamento delle
famiglie italiane. Questo sistema reclamizzato in tutti i
modi e capillarmente dà l'illusione alla gente di
potersi permettere ogni cosa. Le famiglie si stanno
indebitando fino all'osso. Le banche praticano tassi
d'interesse ben oltre la legge antiusura. Sono diventate
dei veri strozzini legalizzati che succhiano il sangue della
povera gente.

Nei prossimi nove mesi, gli osservatori economici ci
dicono che il costo del denaro è destinato a salire dal
2,50% al 3,50%. Chi ha un mutuo a tasso variabile sulla
prima casa cammina sull'orlo di un burrone. Purtroppo la
situazione è destinata a peggiorare. Occorre, quindi un
immediato intervento del Governo per aiutare le famiglie in
difficoltà. Mi sembra, però, che il governo delle tasse
e della disperazione sociale del centrosinistra di Prodi sia
impegnato a restare a galla ad ogni costo, nonostante il
crescente isolamento di un esecutivo che resiste facendo
finta di non vedere lo sbrindellamento della sua
maggioranza.

BRUNO:IL GOVERNO BERLUSCONI DIA PROVE CONCRETE E IMMEDIATE PER RISOLLEVARE IL MEZZOGIORNO DALLA SUA CRISI STRUTTURALE!

Sull’argomento il Presidente dell’Associazione Vento del Sud Raffaele Bruno ha dichiarato:

“Il recente Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno presentato a Roma recentemente dimostra che la situazione del Mezzogiorno non è affatto confortante: la disoccupazione resta al di sopra del 20% e in alcune aree quella giovanile supera addirittura il 40%, la differenza del Pil tra Centronord e Sud e, a dir poco abissale (17.480 euro rispetto a 30.398). La misura del divario diventa impressionante, quando si mettono a confronto, su scala europea, i dati della crescita economica a partire dal 2000: mentre la Spagna ha un incremento del 4,9%, l’Irlanda del 5,5%, la Grecia del 6,2%, il Mezzogiorno italiano fa registrare un modestissimo 2%. Il Mezzogiorno necessita di risposte chiare ed immediate ed il governo Berlusconi che si è impegnato in Campagna elettorale a dare immediatamente segnali positivi di attenzione nei confronti del Sud, inizi a dimostrare che fa sul serio, col dare un Salario minimo di inserimento sociale ai giovani che a diciotto anni scelgono di non andare all’Università e vogliono impegnarsi in un lavoro di utilità sociale nel campo della Protezione civile o nel volontariato, avviando lo sviluppo sostenibile, dalle infrastrutture: costruzione di acquedotti, case popolari da dare alle famiglie con il mutuo sociale, revisione e rifinalizzazione dei finanziamenti europei, concentrandoli in grandi programmi di cooperazione mediterranea e di crescita vera del Mezzogiorno”.
L’Addetto Stampa di Vento del Sud (Gennaro Natale)

IN 15 ANNI I COMMISSARI STRAORDINARI SULL’EMERGENZA RIFIUTI HANNO SPERPERATO OLTRE DUE MILIARDI DI EURO


CAMPANIA: CRIMINE ECOLOGICO
Anche se la Campania è stata parzialmente ripulita grazie all’intervento drastico di Berlusconi, resta un disastro che non si può che definire vero e proprio crimine ecologico. In 15 anni i commissari straordinari sull’emergenza rifiuti hanno decapitato oltre due miliardi di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di “ecoballe”, che di eco non hanno proprio nulla: trattasi di rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono né incenerire, né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. Buona parte di queste cosiddette ecoballe, accatastate fuori la città di Giugliano, in provincia di Napoli, infestano con il loro pergolato puzzolente quelle splendide campagne denominate “Taverna del Re”.La regione Campania (una volta definita “Campania Felix”, tanto erano fertili i suoi campi agricoli) è stata ridotta da venti anni a questa parte a sversatoio nazionale dei rifiuti tossici e nocivi. Esponenti della camorra in combutta con politici locali hanno sversato con migliaia di Tir carichi di rifiuti tossici provenienti da ogni parte d’Italia (in particolare da Lombardia, Toscana e Triveneto) e sono stati sepolti
dalla camorra nel cosiddetto Triangolo della morte (Acerra – Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Comuni a Nord di Napoli – Giugliano- Villaricca-Qualiano) e nelle campagne del casertano (una volta Terra di Lavoro).
In queste zone si è consumato il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economici e finanziari. La Campania è stata gestita dal 1994 da ben dieci Commissari straordinari per l’emergenza ai rifiuti, scelti da vari governi nazionali che si sono succeduti alla guida del nostro Paese senza risolvere il problema rifiuti che non è solo quella dei cumuli di immondizia per le strade.
Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di tumore del Nord – Est europeo, che però ha fabbriche e lavoro. Noi senza sviluppo e lavoro, per i rifiuti siamo condannati alla medesima sorte. Il nostro non è un disastro ecologico, ma un crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato due ordinanze con le quali si permetteva di bruciare le ecoballe di Giugliano nell’inceneritore di Acerra, un'altra che permetteva di dare al Cip 6 (la bolletta che paghiamo all’Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania, e la costituzione di una mega discarica di ottocentomila tonnellate di rifiuti nelle cave di Chiaino, ubicate al centro di una selva, unico vero polmone di verde della città, a un chilometro degli Ospedali e in una zona densamente popolata.
Ulteriore rabbia l’ho provata quando il governo Berlusconi di centro destra ha firmato un nuovo decreto sui rifiuti in Campania (il n. 90), con il quale ci ha imposto, con la forza militare, di costruire ben dieci discariche (tra le quali ha confermato quella di Chiaiano voluta da Prodi) e quattro inceneritori. Se i quattro inceneritori funzionassero davvero, la Campania dovrebbe importare rifiuti da altrove per farli funzionare. Da solo l’inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000 tonnellate all’anno. E’ evidente, quindi, che in Campania non si vuole fare la raccolta differenziata, poiché se fosse realizzata seriamente (al 70%) non ci sarebbe bisogno di quei quattro inceneritori. E’ da quindici anni che qui non c’è la volontà politica di fare la raccolta differenziata. Non sono i campani che non la vogliono, ma i politici che la ostacolano perché devono ubbidire ai potentati economici e finanziari promotori degli inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. Se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo tre della Costituzione italiana), i cittadini napoletani e campani saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale. Ciò che è definito “tossico” altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania non lo è: ciò che altrove è considerato “pericoloso” qui non lo sarà. Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo sanitario, qui non sono in vigore. La polizia e la magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti, (grazie al decreto del governo Berlusconi), hanno meno poteri che nel resto d’Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei cittadini campani.

Ma di fronte a tanta ingiustizia e impunità per quanti hanno determinato questo crimine ecologico noi non ci arrenderemo e saremo in prima fila a denunciare e a lottare per il diritto alla vita e alla giustizia sociale.

Raffaele Bruno
(Presidente Associazione Vento del Sud)

SIGNORAGGIO E DEBITO PUBBLICO


di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)
Il nostro Paese è sempre più povero a causa di un debito pubblico in continuo aumento che comporta un’elevata pressione fiscale. Il debito pubblico è un’invenzione costruita da politici e banchieri al fine di arricchire gli azionisti privati della Banca Centrale italiana e quella europea. In passato, le banche che emettevano denaro lo garantivano con la copertura aurea, si impegnavano a convertire le banconote in oro e sostenevano un costo di emissione. Oggi, le monete non sono coperte da riserve di oro, non sono convertibili e il loro costo di emissione è praticamente zero, ma il guadagno di chi le emette e le vende, ossia il signoraggio, è del 100% del valore nominale. Quando lo Stato domanda soldi alla Banca Centrale paga il costo del valore nominale (e non il solo costo tipografico) con titoli del debito pubblico, ossia impegnandosi a riscuotere crescenti tasse dai cittadini e dalle imprese.
Tutto ciò avviene attraverso la Banca Centrale Europea, un mostro giuridico creato dal Trattato di Maastricht, esente da ogni controllo, come un vero e proprio Stato sovrano, posto al disopra delle parti. Dal bilancio della Banca Centrale Europea risulta che nel Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) ci sono circa 50 miliardi di Euro che spettano allo Stato italiano e che il Governo dovrebbe recuperare. Siamo dinnanzi un “Signore” che usa lo Stato, il fisco e la pubblica amministrazione, per realizzare un sistema costituzionale e di disinformazione allo scopo di nascondere i suoi traffici e fini, realizzando un’illusione di legalità. Un sistema di potere che si è eretto e mantenuto sul fatto di essere ignorato dalla gente, soprattutto dai lavoratori, dai risparmiatori e dai contribuenti. Il libro è di facile comprensione sia per chi si interessa di politica e finanza sia per il lettore non specialista. Gli autori propongono alla gente comune di rivolgersi alla Magistratura per porre fine a questo saccheggio monetario. La Banca Centrale emette denaro per un valore, supponiamo, di mille miliardi di Euro. Quel valore, quei mille miliardi, di chi sono? A chi appartiene la moneta, il valore del denaro, nel momento in cui viene emessa dalla Banca Centrale? Alla Banca Centrale stessa, che quindi ha diritto di farsela pagare dallo Stato? O allo Stato, al popolo, che quindi non dovrebbe pagare né il denaro né gli interessi alla Banca Centrale quando ha bisogno di denaro? Si tratta di una questione fondamentale, perché dalla risposta che essa riceve, dipende essenzialmente l’indebitamento dello Stato. Il fatto che l’esercizio del potere monetario attraverso la Banca Centrale è uno strumento di potere dei banchieri sullo Stato, trova conferma in come le istituzioni statali sono impegnate a equivocare e a mentire in tutte le sedi, anche parlamentari, per coprire il fatto che la Banca d’Italia cede a caro prezzo denaro che a essa niente costa e a cui non è essa a dare il valore, ossia il potere di acquisto. Il potere di acquisto, come abbiamo visto, glielo conferisce il mercato, la gente, attraverso la domanda di denaro. La Banca Centrale non ha “prodotto” il valore del denaro, eppure si comporta come se fosse proprietaria del medesimo denaro, in quanto lo cede allo Stato (e alle banche commerciali) in cambio di titoli di Stato e contro interessate. Questo fatto è paradossale. È come se il tipografo, incaricato dagli amministratori della società calcistica organizzatrice di una partita di stampare 30.000 biglietti di ingresso per le partite del campionato, col prezzo di € 20 stampato su ogni biglietto, chiedesse come compenso per il suo lavoro di stampa € 600.000, in base al fatto che i biglietti che ha prodotto “valgono” € 20 cadauno. È vero che essi “valgono” € 20 ciascuno, ma che essi abbiano un valore non dipende dal tipografo, bensì dall’associazione sportiva che ha formato la squadra, procurato il campo da gioco e organizzato la partita, sostenendo i relativi costi e producendo la domanda di quei biglietti, senza la quali questi niente varrebbero. Gli amministratori della società sportiva lo sanno bene, ma il tipografo in parte li ricatta e in parte li lusinga perché promette loro che, se gli pagheranno l’ingiusto compenso richiesto, egli darà loro un lauto regalo e i fondi per farsi rieleggere alle prossime elezioni del consiglio di amministrazione. Altrimenti, finanzierà altri candidati e una campagna di stampa contro i consiglieri onesti. Il potere bancario si comporta come quel tipografo, e i governanti si comportano come i consiglieri ricattati e lusingati dell’associazione sportiva, riconoscendo alla Banca Centrale la proprietà o titolarità del valore del denaro che emette, stampato o scritturale che sia, e in cambio di esso indebitano ingiustamente e illogicamente proprio il popolo, che è il soggetto che, col suo lavoro e con la sua domanda, ossia col mercato, conferisce valore al denaro. Per questa ragione, oltre che in base al principio costituzionale della sovranità popolare, al momento in cui viene emesso, il denaro, il suo valore, dovrebbe logicamente essere ed essere trattato come proprietà del popolo e, per esso, dello Stato. Assolutamente lo Stato non dovrebbe indebitare se stesso e il popolo verso una Banca Centrale, pubblica o privata che sia, per ottenere denaro. Al contrario, ciò è proprio quanto succede incessantemente. Ma vi è di peggio: la Banca Centrale, cioè i suoi azionisti, oltre ad appropriarsi, a danno dello Stato, del valore del denaro che essa emette, nei suoi propri conti segna questo valore non all’attivo ma al passivo, simulando un debito ed evitando, così, di pagare le tasse su quello che è un puro incremento di capitale e che, come tale, dovrebbe essere interamente tassato. L’ovvio ragionamento che abbiamo testé svolto è stato già sottoposto al Parlamento, attraverso interrogazioni parlamentari, nel 1994 e nel 1995. Entrambe le risposte elusero il problema, affermando che la Banca Centrale (allora, cioè, la Banca d’Italia) non sarebbe proprietaria dei valori monetari, ossia del valore del denaro emesso, perché il denaro emesso costituirebbe sempre un passivo, un debito; e che, perciò, giustamente la Banca d’Italia lo iscriveva come posta passiva nel proprio bilancio. Come i membri competenti dei due governi interessati non potevano ignorare, queste risposte sono del tutto contrarie alla verità. Innanzitutto, la risposta fornita è contraddetta dal comportamento dei governi medesimi – di tutti i governi. Infatti, se i governi fossero coerenti con l’affermazione che il denaro, il valore monetario, non appartiene alla Banca emittente, perché lo Stato continua a dare qualcosa (i titoli del debito pubblico) in cambio di Lire o Euro? E se il denaro emesso costituisse una passività, un debito, perché mai lo Stato dovrebbe comperarlo pagandolo con titoli del debito pubblico, che costituiscono un credito per chi li riceve? Si è mai visto che qualcuno paghi un altro per farsi cedere un debito? Ma le risposte del governo sono anche false giuridicamente, perché il denaro non è affatto un debito per la Banca che lo emette. Se fosse un debito, dovrebbe poter essere incassato dal portatore presso la Banca medesima, mediante conversione in oro, e il portatore della banconota aveva il diritto di farsela cambiare in oro dalla Banca Centrale che l'aveva emessa, come avveniva una volta, fino al 1929 circa, quando il denaro era convertibile in oro. Anche in tempi successivi al 1929, molte banconote portavano la scritta “Pagabile a vista al portatore”. Ma pagabile in che cosa, dato che esse non erano convertibili in oro? In realtà, quei biglietti non erano pagabili in alcun modo e quella scritta era una menzogna per ingannare il pubblico e fargli credere che i biglietti di banca fossero convertibili in qualcosa avente valore proprio o che la banca si fosse indebitata per emetterli, il che è falso (mentre era vero in un ormai lontano passato). Del resto, è naturale che nessun governo potrebbe permettersi di dare risposte veridiche a simili questioni, perché ammetterebbe che la sua vera funzione è defraudare i cittadini e gli elettori per arricchire un’élite finanziaria che detiene il vero potere. Ma quanto sopra costituisce solo la punta dell’iceberg. Perché il grosso, circa l’85%, del denaro esistente e circolante al mondo, non è denaro vero, emesso da Banche Centrali, ma denaro creditizio, ossia aperture di credito e disponibilità di spesa create dal nulla dalle banche commerciali, le quali, attraverso questa creazione continua di nuovo denaro creditizio, si impossessano di quote crescenti del potere d’acquisto complessivo della popolazione mondiale. Ecco perché Vento del Sud, insieme all’Associazione “Fermiamo le Banche” di Alfonso Marra è impegnata a promuovere centomila cause contro le banche per ottenere risarcimenti per i clienti che hanno subito l’usura, l’anatocismo e l’arroganza di chi massacra i contribuenti. La battaglia è dura ma non ci spaventa. Abbiamo già fatto manifestazioni sotto la Banca d’Italia a Napoli e un convegno all’hotel Jolly. E andremo avanti ancora, perché questa è la battaglia delle battaglie, per difendere il popolo dall’arroganza del potere economico e finanziario, veri padroni del mondo.