mercoledì 13 agosto 2008

SARA' UN AUTUNNO CALDO

SARA' UN AUTUNNO CALDO
di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)

L'inflazione sta togliendo sempre di più
competitività alle imprese e di reddito alle famiglie.
Pasta, pane, carne, luce, gas, trasporti e tutte le spese
essenziali per una famiglia normale sembrano ormai
impazzite. E così alla mancata crescita si aggiunge
l'impoverimento quei di milioni di italiani o a reddito
fisso (lavoro dipendente e pensionati innanzitutto) o che
non riescono a traslare più di tanto l'aumento dei
prezzi sulle proprie prestazioni professionali, commerciali
e produttive.
Un'onda anomala di povertà si sta abbattendo su una
società come quella italiana già affaticata da quindici
anni di scarsa produttività del lavoro, di crescita bassa
e di fratture sempre più allarmanti tra territori e tra
vari ceti sociali. L'onda di povertà, infatti,
appiattisce e unifica sul baratro del bisogno fasce
crescenti di popolazione, facendo spesso scomparire le
vecchie distinzioni sociologiche. Una situazione gravissima.
Si prevede, giustamente, un autunno caldo. Con la ripresa
dopo le ferie estive, la crisi potrebbe aggravarsi. Bisogna
perciò subito agire, ricordandosi che ogni tempesta
colpisce innanzitutto i più deboli. Ed oggi i più deboli
sono la stragrande maggioranza degli italiani, oltre che
milioni di imprese che devono competere con costi crescenti
sul mercato internazionale, oltre che su quello locale. Ma
cosa ha determinato questa onda anomala inflattiva? Una
parte delle responsabilità sta nella speculazione
finanziaria che si è abbattuta sui prezzi delle materie
prime, energia ed alimentari innanzitutto. Una speculazione
politicamente forte e che peraltro viene poco contrastata
sul piano internazionale. Un'altra parte di
responsabilità sta nell'aumento della tassazione
centrale e locale voluta dal Governo Prodi, che ha depresso
la crescita e rilanciato l'inflazione.

Una monovra di buon senso da parte dell'attuale governo
di centrodestra potrebbe evitare potrebbe evitare un aumento
ulteriore della pressione fiscale ormai giunta ai limiti
della ribellione in un Paese come l'Italia che,
specialmente nel Mezzogiorno, boccheggia sul ciglio della
recessione. O si trova subito come dare risorse alle
famiglie affinché tornino a spendere e a far girare il
mercato o saranno problemi veramente seri per tutti.


Raffaele Bruno

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