martedì 19 agosto 2008

INTERVISTA A PINO RAUTI (Segretario Nazionale del Movimento Idea Sociale)

Intervista a Pino Rauti
Coerenza e Fedelta'
di Stefano Pantini
1) Lei è un personaggio storico per la politica , che ne
pensa della situazione politica della Destra Italiana?

Alt! Subito alt! Alla definizione di "personaggio
storico". A parte che mi fa sentire un po' un pezzo da
museo che lì giace come in una teca, c'è il fatto che
non spetta a noi, come dire? Adesso e subito,affibbiare
quella definizione,lasciamo il tempo al tempo,lasciamo che
ci pensino,se e quando sarà il caso a ricorrere a
quell'espressione. Ma no sfuggo alla domanda: non "penso
bene" della situazione politica di quella che voi definite
"Destra Italiana". Mi sembra che si stia come
sciogliendo;si avvia a confluire nel PDL in Italia, e nel
PPE in Europa. Senza più radici, definitivamente tagliate,
senza più punti di riferimento né ideale né
ideologici.

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2) La sua storia dal FAR all' MSI ad Ordine Nuovo,Fiamma
Tricolore, MIS, è costellata da diverse difficoltà,
qual'é la più amara, e quella più dolce?

La difficoltà più amara fu quella trovata al Congresso
di Fiuggi. Non aderii ad A.N. perché in molti – tra , i
tanti che mi applaudivano e magari ci piangevano sopra –
mi avevano assicurato che, se fossi uscito, se non avessi
aderito ad A.N.,mi avrebbero seguito. Invece uscii da solo o
quasi. Continuarono a piangere ma, ci rimasero. Di
difficoltà, "dolci" non mi pare di averne incontrate.
E credo che non ce ne possano essere quando un impegno
politico viene vissuto, come è accaduto a me,con tanta
passione e dedizione. Il che oggi però mi fa dire che la
passione e la dedizione possono anche portare a una sorta di
"accecamento",alla perdita di quel senso
dell'equilibrio razionale e raziocinante che invece, in
politica, bisognerebbe sempre conservare. Senno del poi,
naturalmente che non serve a niente


3) I giovani hanno bisogno di credere in qualcosa che sia
sincero, giusto e coerente, cosa consiglia?

Certo, i giovani hanno bisogno di credere. Se non si
"crede" quando si è giovani, come si fa a vivere in
modo decente? Ma è altrettanto certo che oggi i giovani
hanno sempre meno motivi per "credere" in qualcosa, e in
qualcuno. Con tanti esempi negativi che si vedono intorno,
crescono per lo più, nella stragrande maggioranza senza la
prospettiva, di credere con impegno, come detto sopra, con
passione, che avevamo noi e tutte le generazioni del secolo
scorso. Se è possibile dare un consiglio in materia ( ma
è possibile? Serve a qualcosa?) Vorrei tanto che qualcuno
o qualcosa tornassero ad avere quel ruolo e quella funzione.
Vita sociale triste, altrimenti vita sociale grigia e
insipida; che poi diventa , come stiamo vedendo, una vita
non sociale, una vita di "automi" che cercano solo
profitto e benessere. Vita che non vale perché è senza
valori.


4) La situazione d'informazione giornalistica mi sembra
che sia sempre contro i giovani di Destra, perché ?

Perché l'informazione giornalistica è ancora
egemonizzata dalla sinistra; meglio ancora, direi, dal
sinistrismo; dal progressismo generico e generalizzante che
continua a "fare modernità", moda ,tuttora,
irriducibile.


5) Cosa le piace ricordare della sua lotta politica?

Mi piace ricordare i primi 10/15 anni del
dopoguerra,quando,insieme a tanti altri (si legga il libro
bellissimo di Carioti in materia,su "Gli orfani di
Salò" che a me dedica più di una ventina di lunghe
citazioni) proseguivo, riprendevo e approfondivo nel terreno
politico lo stesso "scontro" che ci aveva portato con
tanta,adolescenziale purezza di intenti, a militare nei
reparti giovanili della Repubblica Sociale.


6) E' cambiato il modo di far politica?

Certo che è cambiato; e quanto è cambiato! A me sembra
che sia cambiato in peggio e non sono il solo a pensare, a
ritenere, a giudicare che sia cambiato in peggio, lo dicono
un po' tutti; e , se volessimo far riferimento ai libri
che ne scrivono, potremmo dire che è disponibile una
"folta" libreria. E' cambiato il modo di fare
politica, perché sono cambiati, come detto sopra, i punti
di riferimento. In sintesi? Pochi valori e molto interessi.


7) C'era più partecipazione nel fare politica 30,40 anni
fa?

Ed è soprattutto questo, quello che oggi manca nella
politica: la partecipazione, il senso,la sensazione diffusa
- quella che si respira con l'aria, come l'aria; e che,
come l'aria da la vita – che si fa qualcosa di condiviso
e di condivisibile da tanti altri. Adesso, ognuno "fa",
ognuno "va" per conto suo. E per questo, anche in
politica, e nel fare politica, c'è tanta solitudine;
quella stessa solitudine che caratterizza la vita sociale
dei nostri tempi.


8) Le scelte fatte a Fiuggi sono state vincenti?

Sul piano del successo elettorale e politico, è certo che
quelle "scelte" hanno vinto. Sono convinto però –
continuo a restare convinto esattamente come dissi allora
– che il successo elettorale ci avrebbe premiato anche se
non avessimo fatto, a Fiuggi, le "rinunce" di cui tanto,
e con accanimento,discutemmo. I voti cominciarono a
diventare tanti quando ancora eravamo soltanto MSI (come
dimostrarono le candidature di Fini a Roma e della Mussolini
a Napoli) ma come dimostrarono anche tanti voti in tante
città, da Catania all'Aquila a Bologna a Torino e via
dicendo). Se mai, dibattito aperto su quello che può
definirsi "successo politico", nel senso di rapporti
più facili e più ampi.Se avessimo continuato a tener
duro sulle nostre specificità, forse quei rapporti
sarebbero stati più difficili. Dico forse perché,
riguardando non superficialmente e non faziosamente quegli
anni, tanto "isolati" poi non eravamo; e con i Campi
Hobbit, le "feste tricolore", i centri di azione
agraria, tanto per fare alcuni dei tanti esempi disponibili.
Stavamo ampliando tutti i nostri margini precedenti.


9)Chi ha tradito?

Parola forte, quella di tradimento. Parola terribile che
forse si attaglia male a vicende politiche. Che sono per lo
più scelte di tattiche diverse e di percorsi divaricati
che comunque sempre alla tattica appartengono.


10)Il tradire oggi, a chi conviene?

Non conviene a nessuno. Perché, scelte tattiche diverse e
differenziate a parte, tradire oggi significherebbe venir
meno sui valori di fondo. In un'epoca nella quale quella
che si sente di più - e in modo assolutamente negativo e
forviante – è la mancanza di valori "pesanti",
capaci di incidere sul vivere sociale, con ricadute (tutte
positive) anche nell'esistenza concreta dei singoli.


11)La situazione politica Europea dove ci porterà?

Ci porta inevitabilmente a far assumere all'Europa un
ruolo "suo", tra Stati Uniti, Russia e potenze emergenti
quali Cina e India, mondo Islamico e terzo e quarto mondo
dei paesi poveri. Ma l'Europa potrà far molto non solo
se troverà quella misura che oggi le manca ma se saprà
elaborare un suo modello "di vivere sociale e civile,
altrimenti finirà in una enorme zona di liberoscambismo di
uomini, mezzi e di servizi, tornerà ad essere un vasto
"mercato comune" di prodotti e non potrà avere ruoli
di ambizioni politiche. Per l'Europa ci vuole un
"progetto", ci vuole un "modello" ad alto livello,
culturale prima ancora che politico.


12)Tutti i partiti dell'estrema destra Europea, dato il
crescente consenso, possono formare un partito unico
Europeo?

Certo che possono formarlo. Quando ero Deputato Europeo mi
sforzavo di fare il possibile in tal senso. E dissi anche,
con molta chiarezza, che il principale avversario da
combattere era per noi il "nazionalismo vecchio stile";
sciovinismo di stile e stampo ottocentesco, quello stesso
che poi, risalendo alle radici della storia Europea degli
ultimi 150 anni, aveva portato a tante guerre civili fra
europei. Guerre civili che avevano portato a Yalta alla
scomparsa degli europei dalla scena politica mondiale, alla
"divisione" del mondo fra Stati Uniti e Russia.


13)Quali di questi nuovi partiti si avvicinano di più alla
sua idea di politica?

Sono tutti, almeno in linea di principio, egualmente validi.
E mi dispiace di non essere più a Strasburgo per poter
lavorare con loro spingendoli a stabilire almeno un "patto
di unità d'azione".


14)Più di 60 anni di politica come li ha vissuti?

Anche qui, non spetta a me personalmente dirlo perché
potrei essere spinto da motivazione legate ai miei
sentimenti e alle mie scelte. E poi, si tratta, appunto, di
un sessantennio, un "tempo" enormemente lungo durante il
quale di cose ne sono successe, se ne sono succedute tante.
A me sembra di averlo vissuto, questo tempo lungo che va dal
1943 – anno di arruolamento nella Repubblica Sociale, nei
suoi Battaglioni "M" prima e poi, da sottotenente della
Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), con dignità, con
coerenza, con quello che continuo a definire impegno
militante.


15) Una frase che la identifichi?

Una frase sola: Fedeltà alle radici.


16) Storace, Fiore, Romagnoli, quale di questi tre
personaggi, che sono fuori dal governo, le ispira più
simpatia e fiducia?

Per Storace e Fiore, nulla. Fanno i loro "giochi", la
loro politica. Si può condividerne qualcosa e non essere
d'accordo su altre, non c'è problema. Per Romagnoli,
invece si, e molto. E precisare (in sintesi perché poi
molto spazio nemmeno se lo merita) che per lui ho la
massima, davvero massima disistima politica.


17) Chi è Pino Rauti?

Torno a ripetere: chi è Pino Rauti, lo devono – meglio
lo dovranno – dire, a suo tempo, gli altri.


18) Che cosa è stato per lei Benito Mussolini?

Per l'Italia, l'uomo che la trasformo, anzitutto, in
Nazione, da paese e assemblaggio rissoso di gente, quale
era. Per l'Italia, per l'Europa e per il mondo intero,
un rivoluzionario duttile e "gradualista" che cercò
una forma nuova di Stato, al di là della destra
conservatrice, ottocentesca, e della sinistra socialista o
comunista. Su di lui ho scritto un "pensiero" che qui
riporto e che a suo tempo mi costò molto lavoro per
"sintetizzare" al meglio.


Un pensiero di Pino Rauti per Lui


BENITO MUSSOLINI
Rivoluzionario, Statista, Legislatore
Nella sua vita tormentata e drammatica:
• bonificò le paludi in Italia e il deserto in Libia;
• pacificò il Capitale con il Lavoro e lo stato con la
Chiesa;
• creò lo Stato Sociale e volle il Lavoro al centro
dello Stato;
• spezzò l'assedio di 52 Nazioni e spazzò la
schiavitù in Etiopia, portandovi un milione di coloni e
costruendovi strade, porti, ospedali;
• salvò l'Italia dal comunismo nel 1922 e la Spagna - e
con essa l'Europa e il mondo - dal bolscevismo stalinista
nel 1936;
• fece dell'Italia, che era nel '22 il Terzo Mondo
dell'Europa per malattie, miseria e arretratezza, una
Nazione civile e moderna e volse l'autorità dello Stato,
al fine del benessere comune;
• volle, con il CORPORATIVISMO prima, inserire le forze
del lavoro, della Tecnica, della Scienza e della Produzione
nelle strutture giuridiche dello Stato e con la
SOCIALIZZAZIONE poi, portare i lavoratori al centro
dell'Impresa, con diritto ai suoi utili e alla sua gestione.
Volò alto, Benito Mussolini, sognò di "andare oltre".
Pensava che l'Economia non era il destino dell'Uomo.
Sognò - forse troppo in anticipo rispetto agli uomini del
suo tempo e ai mezzi di allora - di spezzare l'egemonia
dell'Economia sulla Politica e della Finanza sulla Economia
e sulla vita dei popoli.
Alla fine fu vinto non soltanto dall'asse del male
plutocratico-comunista, quanto dal tradimento e dai
rinnegati.
NOI, che Lo seguimmo fedeli anche sulla trincea estrema
dell'ONORE nella REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA, mentre altre
abiure si susseguono, riaffermiamo la fede appassionata in
LUI, la riconoscenza per l'opera immensa e multiforme che
svolse e nella Sua RIVOLUZIONE SOCIALE, nella Sua IDEA, in
quel Fascismo inteso come "Sole dei poveri" e speranza e
tormento dell'Italia più giovane.
SICURI CHE IL DOMANI APPARTIENE A NOI !

19) Chi è stato Giorgio Almirante?

Una risposta adeguata è impossibile,qui,in poche righe.
Perché Almirante è stato un personaggio "complesso",
che ha inciso a lungo e in profondità nell'area di
quello che poi è diventato –soprattutto grazie al suo
"lavoro politico" – Il cosiddetto "Popolo
Missino". Un area che, all'inizio, era profondamente
divisa, quasi spaccata in due, tra il reducismo della RSI e
il qualunquismo del centro-sud, dove non c'era stata la
guerra civile e prevalevano i monarchici. Solo se si pensa a
quella divisione, che diventava poi anche
programmatico/politica, fra i fautori della socializzazione
e gli esponenti di un moderatismo decisamente conservatore,
se si pensa a quanto quella divisione fosse profonda,si
può avere chiaro il ruolo enorme esercitato da Almirante
nel suo "lungo corso" politico. Io sono stato per anni,
come vice segretario del Movimento Sociale uno dei
collaboratori più vicini ad Almirante, sempre leale,
riferito alle mie tesi e sono stato poi a più riprese
leale avversario interno di Almirante, so bene di chi parlo,
di chi scrivo. Ruolo enorme, ho detto, quello svolto da
Almirante; e se oggi, a tanti anni di distanza mi si
chiedesse –come si fa qui,con la domanda cui sto tentando
di rispondere- come definire quel ruolo, risponderei che
esso è stato di rilevanza storica, frutto anche del
singolare carisma personale che Almirante via via ha
acquisito. Se mi domandassero i "limiti" di Almirante mi
rifarei a quanto sostenevo nelle polemiche di allora:
Almirante a mio avviso non seppe cogliere a pieno la
possibilità,che anche allora avevamo con quelle ch'io
definivo – cercando pure di passare dalla teoria ai
fatti,dalle idee e dalle tesi di principio alla
operatività concreta- le attività parallele,tutte quelle
che allora riuscimmo ad articolare,ebbero non l'avallo ma
la critica sospettosa di un Almirante assai guardingo per
non dire ostile: dai Campi Hobbit alla "scoperta" della
fantasy Tolkieniana, dai Centri di Azione agraria al
"recupero" delle dimensioni e dei contenuti di una
ideologia "nostra", che noi sostenevamo essere presente
sin dai tempi del Ventennio.

20) I suoi rapporti con Almirante sono stati sempre
corretti?

Si, li possiamo definire proprio così, corretti. Sempre
corretti,(leali,come ho già detto prima). Sia quando
collaboravo con lui, sia quando lo discutevo o addirittura
contestavo.

21) Il suo primo, cosiddetto, battesimo del fuoco?


Faticherei molto a individuare una data precisa per quello
che definite "battesimo del fuoco". Fu, se non ricordo
male, dal primo congresso Missino del "Valle" con le mie
polemiche sul Patto Atlantico. Per molti il Patto era
l'approdo logico e acritico del nostro
"traghettamento" nella vita politica ufficiale; per me,
era solo "una dura necessità, ma non il nostro
destino".

22) Si sente un perseguitato politico?

Se c'è una cosa sicura è che sono stato spesso – non
sempre ma spesso – perseguitato. Per le bombe che non ho
messo, lo sono ancora oggi, incredibilmente rinviato a
giudizio per la strage di Piazza della loggia, a Brescia.

23) La sua verità su………….?

La mia verità su cosa? Sulle stragi, quelle che,come
accusa, più mi hanno pesato addosso con anni ed anni di
inchieste giudiziarie, da Treviso a Milano e da Bologna a
Catanzaro: frutto di servizi segreti deviati, aizzati dalla
CIA, per realizzare la strategia della tensione; a beneficio
diretto della persistenza della DC al potere.

24) Negli anni '70 esisteva il soccorso rosso, c'era
anche quello Nero?
Forme di "soccorso" esistevano nella nostra area, già
prima degli anni '70, sin dal tempo dei primi Fasci di
Azione Rivoluzionaria, i famosi FAR. Allora si aiutavano le
migliaia di reduci della RSI, che arano latitanti e
ricercati o che usciti di prigione o dai campi di
concentramento, si ritrovarono disoccupati, davvero a
rischiare di morire di fame. E c'è da sottolineare –
ad orgoglio del nostro ambiente umano – che quella
situazione disperante fu affrontata con grande dignità:
pochi slittarono nella criminalità comune, pochissimi
cambiarono bandiera.

25) Quale è stato, secondo lei, l'errore giudiziario
più clamoroso per reati di matrice politica?

Quello sulla strage di Bologna. E qui va ricordato il gesto
coraggioso e clamoroso di Cossiga che, quando io ero
Segretario nazionale dell'altro MSI, chiese pubblicamente
scusa per le accuse che, subito dopo l'attentato, anche
lui aveva condiviso e portato avanti.

26) La cultura musicale della Destra è molto radicata,come
è nata l'idea dei Campi Hobbit?

L'idea dei Campi Hobbit venne a me, proprio partendo dalla
constatazione di quanto fosse ampia ed articolata la nostra
cultura musicale. E allora con i Campi Hobbit – che non
erano solo musica, ma un "contenitore" assai vasto di
quelle tematiche nuove sulle quali ritenevo che dovessimo
insistere per uscire dall'isolamento e dal nero
"nostalgismo" – tentai una riedizione aggiornata dei
Carri di Tespi del Ventennio Fascista.

27) I media la trascurano perché?

Perché i media sono al servizio del potere, ieri
democristiano,oggi berlusconiano.


28) Lei è sempre stato in prima linea, dove è che ha
sbagliato?

Ho sbagliato tante volte; tante che neanche me le ricordo
tutte. In 50 anni di vita politica a Roma a Strasburgo a
Bruxelles,non poteva non accadere,sarebbe stato strano –
impossibile – il contrario. Se mi si domandasse qual è
stato lo sbaglio più grosso, mi rifarei - Come detto in
qualche altra occasione – di non entrare in AN a Fiuggi.
Forse - dico forse, e sottolineo il dubbio perché siamo
davvero nel campo dell'opinabile – se fossi rimasto
"là dentro" avrei potuto essere più facilmente un
punto raggiungibile di riferimento politico.

29)Per lei la vita è come una lotteria, con la scritta
ritenta sarai più fortunato?

Non sono d'accordo, la lotta politica non è una
lotteria. Non ci sono seconde occasioni.

30) Che cosa vuol dire al Popolo Italiano?

Tornare a credere nei valori; tornare a cercare proposte che
siano "progetti"; tornare ad aspirare non nei programmi
più o meno intercambiabili, ma nella "concezione
dell'uomo e del mondo".

31) La sua idea per il Popolo?

La mia "idea per il Popolo" è di andare oltre il
sistema, liberale capitalistico , è roba dell'ottocento,
da accantonare e da superare.

32) Cosa è politicamente scorretto?

E' estremamente scorretto non tener fede agli impegni
presi, alle promesse pubblicamente ( o quelle privatamente
)avanzate; mancare alla parola data.

33) Quando è il momento di dire basta ed uscire dalla
politica?

Quando, a qualsiasi età (ma di più, ovviamente, nella
tarda età) ci si ritrova nell'impossibilità di
lavorare con equilibrio.

34) Il fascismo è morto?

E' "passato" ovviamente, come programma e forma di
governo, è passato perché non ne esistono più quelle
che ne furono le componenti di fondo (e dunque
"fondanti", nel senso che lo sorreggevano). Ma è, a
suo modo, "vivo" perché ad esso si può ancora oggi
guardare positivamente come ad una "miniera" a cielo
aperto di spunti,premonizioni di problemi, indicazioni da
riprendere, aggiornandole!

35) Quanto vale l'immagine in politica?

Molto, nel tempo in cui viviamo, anzi moltissimo. Ma sbaglia
chi pensa che essa sia tutto. Il vero tutto sono i
contenuti.

36) Il suo istinto vero?

Guardare al futuro, non perdere le radici ma sapere – e
"sentire" – che dalle radici nascono il tronco,le
fronde,i fiori e i frutti. Tante cose ,con il tempo,quello
propria e quello che conta per tutti si diceva una volta -
mi sembra saggiamente – Lasciamo tempo al tempo…….
Grazie ad un grande Uomo.
Stefano Pantini

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