Anche se la Campania è stata parzialmente ripulita grazie all’intervento drastico di Berlusconi, resta un disastro che non si può che definire vero e proprio crimine ecologico. In 15 anni i commissari straordinari sull’emergenza rifiuti hanno decapitato oltre due miliardi di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di “ecoballe”, che di eco non hanno proprio nulla: trattasi di rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono né incenerire, né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. Buona parte di queste cosiddette ecoballe, accatastate fuori la città di Giugliano, in provincia di Napoli, infestano con il loro pergolato puzzolente quelle splendide campagne denominate “Taverna del Re”.La regione Campania (una volta definita “Campania Felix”, tanto erano fertili i suoi campi agricoli) è stata ridotta da venti anni a questa parte a sversatoio nazionale dei rifiuti tossici e nocivi. Esponenti della camorra in combutta con politici locali hanno sversato con migliaia di Tir carichi di rifiuti tossici provenienti da ogni parte d’Italia (in particolare da Lombardia, Toscana e Triveneto) e sono stati sepolti
dalla camorra nel cosiddetto Triangolo della morte (Acerra – Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Comuni a Nord di Napoli – Giugliano- Villaricca-Qualiano) e nelle campagne del casertano (una volta Terra di Lavoro).
In queste zone si è consumato il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economici e finanziari. La Campania è stata gestita dal 1994 da ben dieci Commissari straordinari per l’emergenza ai rifiuti, scelti da vari governi nazionali che si sono succeduti alla guida del nostro Paese senza risolvere il problema rifiuti che non è solo quella dei cumuli di immondizia per le strade.
Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di tumore del Nord – Est europeo, che però ha fabbriche e lavoro. Noi senza sviluppo e lavoro, per i rifiuti siamo condannati alla medesima sorte. Il nostro non è un disastro ecologico, ma un crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato due ordinanze con le quali si permetteva di bruciare le ecoballe di Giugliano nell’inceneritore di Acerra, un'altra che permetteva di dare al Cip 6 (la bolletta che paghiamo all’Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania, e la costituzione di una mega discarica di ottocentomila tonnellate di rifiuti nelle cave di Chiaino, ubicate al centro di una selva, unico vero polmone di verde della città, a un chilometro degli Ospedali e in una zona densamente popolata.
Ulteriore rabbia l’ho provata quando il governo Berlusconi di centro destra ha firmato un nuovo decreto sui rifiuti in Campania (il n. 90), con il quale ci ha imposto, con la forza militare, di costruire ben dieci discariche (tra le quali ha confermato quella di Chiaiano voluta da Prodi) e quattro inceneritori. Se i quattro inceneritori funzionassero davvero, la Campania dovrebbe importare rifiuti da altrove per farli funzionare. Da solo l’inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000 tonnellate all’anno. E’ evidente, quindi, che in Campania non si vuole fare la raccolta differenziata, poiché se fosse realizzata seriamente (al 70%) non ci sarebbe bisogno di quei quattro inceneritori. E’ da quindici anni che qui non c’è la volontà politica di fare la raccolta differenziata. Non sono i campani che non la vogliono, ma i politici che la ostacolano perché devono ubbidire ai potentati economici e finanziari promotori degli inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. Se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo tre della Costituzione italiana), i cittadini napoletani e campani saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale. Ciò che è definito “tossico” altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania non lo è: ciò che altrove è considerato “pericoloso” qui non lo sarà. Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo sanitario, qui non sono in vigore. La polizia e la magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti, (grazie al decreto del governo Berlusconi), hanno meno poteri che nel resto d’Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei cittadini campani.
Ma di fronte a tanta ingiustizia e impunità per quanti hanno determinato questo crimine ecologico noi non ci arrenderemo e saremo in prima fila a denunciare e a lottare per il diritto alla vita e alla giustizia sociale.
Raffaele Bruno
(Presidente Associazione Vento del Sud)
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