CONTRO LA REALIZZAZIONE DELLA DISCARICA DI CHIAIANO!
° Una volta allestita a discarica la cava del poligono di
Chiaiano, trascorsi 15, 20 anni si disperderà materiale
inquinante nella falda acquifera, a causa del deterioramento
della guaina di impermeabilizzazione.
° Esiste un reale pericolo di crollo delle pareti. Gli
errori contenuti nelle indagini fatte eseguire dall'ARPAC
su richiesta del commissario di governo portavano ad un
progetto completamente sbagliato. Lo spessore del tufo che
può staccarsi dai costoni è di almeno 20 metri, dunque
le reti messe a protezione delle pareti con chiodi lunghi 3
metri non sarebbero sufficienti a contenere tale volume.
° Nel 1999 nella cava di cupa Fragolara, a 300 metri di
distanza dalla cava del poligono, è avvenuto il crollo di
una parete con il distacco di 5000 / 6000 metri cubi di
tufo. Il 13 ottobre, durante l'unico accesso consentito ai
tecnici, è stato fatto presente ai militari ed ai civili
che erano a rischio della loro vita a causa del possibile
distacco di grossi volumi di tufo dalle pareti della cava.
° Esiste altresì il pericolo di distacco di colate di
fango al di sopra delle pareti di tufo.
° Alla fine di ottobre , in segutio ad un'operazione di
sbacamento del terreno, è stata trovata una collinetta con
sacchi di amianto e altri rifiuti di vario genere. Ortolani
ha sottolineato la necessità di eseguire dei controlli al
di sotto della collinetta. In passato, i prof.ri Ortolani e
De Medici hanno più volte fatto presente che si sarebbero
dovute effettuare delle verifiche non solo sul fondo dellla
cava da adibire a discarica, ma in tutta l'area
circostante.
° Durante la sua ricerca, il prof. Ortolani ha preso in
considerazione delle cave poste a 200 / 300 metri di
distanza dalla cava del poligono durante un arco di tempo
che va dal 1994 al 2006.
Rilievi satellitari a costo zero (Google Earth disponibile
su internet), richiesti dai tecnici e non attuati,
consentivano di rilevare lo stato ambientale del territorio.
Dalla ricerca del professore è stato messo in evidenza
che 1 milione e mezzo / 2 milioni di metri cubi di
materiali sono stati sversati nelle cave vicine alla
costruenda discarica. Non è possibile conoscere la natura
di tali materiali, dunque occorrerebbe fare delle verifiche
in tal senso.
° A meno di 200 metri dal Secondo Policlinico è stata
sequestrata , 12 novembre '08, una cava adibita a
discarica. Ortolani ha fatto notare che quello che ha potuto
constatare la GdF sono stati solo pochi metri in superficie.
C'erano almeno 50 metri in profondità che non sono stati
presi in considerazione.
° A 700 metri circa dall'Ospedale Monaldi è presente
un'altra cava: anche in questo caso, nel corso degli anni
si è verificato un riempimento degli spazi lasciati vuoti
dall'attività estrattiva del tufo. In pratica, i camion
uscivano dalla cava pieni di materiale tufaceo ed entravano
all'interno della cava non vuoti, ma pieni di altro
materiale (il prof. continua a sottolineare che non conosce
la natura di tale materiale). I comuni cittadini
assistevano, dunque, ad un vero e proprio ciclo industriale
che non destava sospetti. Una volta portato a termine il
riempimento, il tutto è stato ricoperto con del terreno e
la vegetazione cresciuta col tempo sopra quell'area ha
fatto sparire ogni traccia della precedente attività.
A questo punto, il prof. Ortolani si è domandato se ci sia
una relazione tra questa attività e l'incidenza di
alcune gravi patologie rilevate nelle zone limitrofe.
L' intervento del professore continua con importanti
considerazioni riguardo la legislazione speciale in tema di
emergenza rifiuti attuata dall'attuale governo nella
regione Campania.
Il prof. Ortolani ha ribadito che il suo operato è stato
condotto nel totale rispetto dell'ambiente e soprattuto
delle leggi. Il professore ha richiamato all'osservanza di
quello che non è derogabile, cioè le disposizioni di
natura tecnica
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