giovedì 19 febbraio 2009

BRUNO SI APPELLA A BONDI: UN DISASTRO LA GESTIONE DEI BENI CULTURALI IN CAMPANIA!

C O M U N I C A T O S T A M P A

BRUNO SI APPELLA AL MINISTRO BONDI: CI COSTA TROPPO LA
PESSIMA GESTIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE, PAESAGGISTICO E
MONUMENTALISTICO IN CAMPANIA! OCCORRE LA RIFORMA DEI BENI
CULTURALI !

Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario del
Movimento Idea Sociale con Rauti e Presidente
dell'Associazione Vento del Sud Raffaele Bruno ha
dichiarato:

"Paghiamo un costo troppo alto per la pessima gestione
dei Beni Culturali che giacciono in uno stato di completo
abbandono a Napoli e in Campania e per la mancata riforma
dei Beni Culturali italiani ed in particolare per i Beni
Culturali della Campania. I giornali sono pieni, in questi
ultimi tempi, di notizie pessime sull'argomento. Si tratta
di un costo enorme non solo per i sacrifici imposti, da anni
ai ceti più deboli che pagano di tasca loro le conseguenze
derivanti dall'incuria ormai cronica, che devasta il
nostro patrimonio culturale, ma gli ignari contribuenti
pagano anche lo stipendio, sia ai soprintendenti, sia ad
"indaffaratissimi" Direttori Generali colpevoli di
incapacità manifesta. Personaggi questi ultimi, più
simili ai ruderi loro affidati, incuranti del disastro che
attanaglia il patrimonio culturale nazionale, che continuano
a crogiolarsi nel dolce tepore di uno stipendio sicuro e
sostanzioso, intascato senza alcuna fatica e senza alcun
risultato concreto per lo stato e per i cittadini. A questi
individui e affidata la guida (si fa per dire) e i destini
del nostro patrimonio culturale. Un esempio emblematico è
rappresentato dagli Scavi archeologici di Pompei! A cosa è
servito il commissariamento di Profili? A nulla! Di fatto
tutto è stato cambiato affinché nulla cambiasse.
Ministro Bondi, perché hai inviato a Pompei un uomo di
grande valore, capace di risolvere problematiche forti, ma
privo di qualsiasi conoscenza o esperienza nel campo
dell'archeologia e dei beni Culturali? La nomina di
Profili, per molti aspetti, è servita solo a fornire
alibi nuovi e sicuri a chi da oltre 14 anni si trova alla
guida di una Soprintendenza così importante, parlo del
soprintendente Guzzo,senza alcun risultato, ma solo disastri
e malgoverno. Ma questo non è tutto! La Campania oltre ad
essere in ginocchio per una crisi profonda della politica
è anche in ginocchio per lo stato di degrado del suo
patrimonio culturale: basta recarsi in passeggiata nei Campi
Flegrei, in particolare a Pozzuoli, per rendersi conto del
disastro in cui versano i più importanti monumenti della
regione come ad esempio il Rione Terra, lo stadio,
l'anfiteatro ed infine il macellum (conosciuto dalla gente
comune come tempio di Serapide). Quest'ultimo è allagato
da mesi senza alcuna cura o manutenzione. Le mura antiche
offese, danneggiate dall'acqua salmastra stagnante
rischiano ormai il crollo a causa dell'abbandono. Il Rione
Terra, così come lo stadio, sono chiusi al pubblico a
causa di una politica scellerata. Non parliamo poi del Museo
Nazionale di Napoli dove la maggior parte delle stanze sono
chiuse al pubblico pagante ed impossibili da visitare.
Quanto spendono gli Italiani on. Ministro Bondi per
mantenere tale stato di cose? Esiste una risposta e per
averla basta guardare i consuntivi delle varie
Soprintendenze fin dal momento in cui l'on. Spadolini
istituì il Ministero dei Beni Culturali. I funzionari
hanno lavorato come hanno lavorato, le prestazioni del
personale del Ministero sono quelle che sono e sono sotto
gli occhi di tutti e allora ci chiediamo è possibile
continuare in questo modo?
Le nuove linee della metropolitana di Napoli sono soggette
da anni ad un continuo stillicidio di danaro per
problematiche che riguardano l'archeologia: milioni di
euro pagati per scavare siti archeologici e per schedare
cunicoli, fogne e murature, spesso moderne e spacciate per
antiche. Nonostante, però, il grande quantitativo di
danaro i problemi rimangono e le nuove stazioni non
decollano. È possibile allora assistere alla lenta agonia
di Napoli, di Pompei, dei Campi flegrei, di Pozzuoli senza
intervenire, senza avere il coraggio di rimuovere
definitivamente i vari personaggi che non sono in grado di
affrontare e risolvere il problema del rilancio dei siti
archeologici più importanti del mondo? L'alibi invocato
da questa gente è la cronica mancanza di danaro, ma
sappiamo che non si tratta di mancanza di soldi. Molto più
semplicemente, come nel caso di Pompei, si tratta di
incapacità gestionale dei vertici, poiché il sito
incassa (forse è meglio dire incassava, visto lo stato
attuale delle cose) ogni anno circa 21 milioni di euro solo
di biglietti d'ingresso. Ma le somme a disposizione della
Soprintendenza di Pompei non si fermano qui poiché sono
stati spesi anche 30 milioni di euro provenienti dal POR
Campania. Non parliamo poi della situazione metropolitana
Napoli e Rione Terra dove sono stati spesi fiumi di danaro
con i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di
tutti. Eppure nonostante tutte le energie economiche
investite la maggior parte dei nostri tesori è chiusa al
pubblico o rischia l'estinzione.
Accanto alla tragedia sopra descritta c'è però anche
una farsa che, come dire, è capace di rendere ancora un
pochino più ridicola la situazione: il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali invia i nostri capolavori in
tutto il mondo per mostre e convegni, ma c'è qualcuno
che nega la possibilità al Presidente Berlusconi di
esporre i Bronzi di Riace sul suolo nazionale per il G8!!
On. Ministro Bondi siamo in un periodo di profonda crisi
economica. Le notizie sul PIL spaventano, ma sappiamo per
certo che i Beni Culturali potrebbero, se guidati da uomini
valorosi, onesti, capaci, aiutarci ad uscire dall'incubo
della recessione: è tempo di riforme! È tempo di
riformare seriamente il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali del nostro Paese poiché appare chiaro che
c'è un costo anche per le mancate riforme e qui, in
Campania, questo costo appare altissimo, insostenibile. La
riforma che invochiamo appare necessaria, urgente e nessuno
che abbia un minimo di conoscenza sullo stato del nostro
patrimonio culturale la può scambiare per una rivoluzione
soprattutto se ha l'obbiettivo di cambiare e migliore
l'efficienza di un fondamentale servizio sociale capace di
accrescere il benessere collettivo".
Napoli, 19 febbraio 2009
L'Addetto Stampa

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