giovedì 23 ottobre 2008

SPECULAZIONE EDILIZIA DI BASSOLINO?

Una lussuosa villa a Cortona. Comprata da un ex amico e da
dividere

con il governatore.

E ora finita nel mirino dei pm di Napoli.

Che indagano su presunti arricchimenti legati al riciclaggio
dei rifiuti.

Sulle colline di Cortona, nel cuore della Toscana prediletta
da Jovanotti e dai Vip di sinistra, sorge il 'casale
Bassolino'.

Così chiamano in questo borgo della provincia di Arezzo
l'elegante costruzione in mattoni rossi,

circondata dai cipressi e dagli ulivi, che ha attirato
l'attenzione dei pubblici ministeri napoletani

Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.

I magistrati che indagano il governatore Antonio Bassolino
per l'emergenza rifiuti pensano di avere afferrato una pista

che parte dalle montagne di immondizia della Campania e
arriva fino alle dolci colline della Val di Chiana.

Per la Procura proprio nella ristrutturazione raffinata di
questa magione di 800 metri quadrati

(450 di abitazione e il resto suddiviso tra sala giochi,
seminterrato, sauna e servizi) potrebbero essere stati

reinvestiti e occultati i presunti profitti patrimoniali di
Bassolino.
È questa la novità sorprendente che emerge dalle carte
del nuovo filone che vede indagato

il governatore della Campania per concorso in traffico
illecito di rifiuti a fini di profitto.

L'accusa, avanzata con cautela dagli stessi pm, è stata
notificata al politico del Pd con un avviso di garanzia

il 2 ottobre scorso. I magistrati ipotizzano che Bassolino
abbia tratto un guadagno personale dalla gestione

dell'emergenza rifiuti e sospettano che lo abbia impiegato
nell'acquisto e nella ristrutturazione del casale intestato

al suo ex amico ed ex collega Giuseppe Petrella. Il 6
ottobre scorso a mezzanotte
una ventina di finanzieri sono stati spediti dai pm a
Cortona, Napoli e Roma per perquisire

la villa e gli uffici di Petrella, professore ordinario di
chirurgia oncologica, presidente dell'istituto Regina Elena
di Roma,

chirurgo di fama ed ex deputato Ds molto legato a Bassolino
fino al settembre del 2005, quando i due litigarono per

via di un'intercettazione pubblicata dai giornali

Petrella non è indagato ed è stato sentito solo in
qualità di testimone sui rapporti con Bassolino.
Ha parlato anche di un assegno da 81 milioni di lire,
ricevuto dall'esponente Ds: lo avrebbe definito

la restituzione di vecchi debiti.
Per capire cosa abbia portato le Fiamme gialle a Cortona
bisogna partire da 400 chilometri più a sud:

da Giugliano, in provincia di Napoli. In un panorama ben
diverso da quello cortonese, sono state stoccate

due milioni di ecoballe. Questi cubi di plastica sorvolati
da centinaia di gabbiani sono il simbolo del fallimento

della politica ambientale in Campania. Contengono i rifiuti
trattati dalla Fibe Spa che si era impegnata a risolvere

il problema della spazzatura nel 2000 e che ha
clamorosamente mancato il suo obiettivo. Fibe, la società
del gruppo

Impregilo della famiglia Romiti, vinse la gara promettendo
di separare i rifiuti in modo da trasformarli in
combustibile per

produrre energia. Non è andata così. Le ecoballe si sono
rivelate inutilizzabili e sono state accatastate in siti di

stoccaggio esposti alle intemperie.
Un disastro favorito dall'assenza complice dei controlli.
Per queste vicende la Procura ha già ottenuto il

rinvio a giudizio per Piergiorgio Romiti e Antonio
Bassolino, accusato di abuso di ufficio e concorso in
truffa.

«Da questa storia non ho tratto nessun profitto ma solo un
danno politico», si è sempre difeso Bassolino.

La novità è che la Procura non gli crede e lo
indagaanche per illecito smaltimento con finalità di
profitto.

Proprio per localizzare la destinazione di questo presunto
profitto, le Fiamme gialle fanno la spola da mesi tra
Cortona e

Napoli. Ad attirare la loro attenzione sono stati gli
esposti presentati da un consigliere comunale di Cortona,

Luciano Meoni (An), che si batte contro la costruzione di un
grande complesso turistico composto da 20 grandi

ville e dotato di un campo da golf nella frazione di
Manzano, limitrofa a quella di Farneta dove si trova il
casale

nel mirino dei pm. Meoni ha segnalato pubblicamente la
coincidenza che vede concentrarsi nel raggio di pochi

chilometri gli interessi immobiliari di Bassolino e quelli
dei Romiti. Dietro la Manzano Sviluppo, che realizzerà con

la benedizione della giunta di sinistra il campo da golf,
infatti, ci sono i Romiti e l'immobiliarista romano Domenico
Tosato.

Cosa ci fanno i Romiti e Bassolino, a pochi chilometri l'uno
dall'altro a Cortona? 'È solo un caso.

Romiti non l'ho mai visto', precisa Petrella, 'né sapevo
che avesse comprato i terreni vicino al casale'.
Gli investigatori non hanno riscontrato collegamenti
sospetti tra il golf di Romiti e 'il cantiere Bassolino',

ma hanno scoperto alcune anomalie nelle carte del casale. La
svolta nelle indagini è arrivata quando,

dalla documentazione della società Ciemme di Napoli, che
ha realizzato i lavori di ristrutturazione, sono

spuntate le carte dei fornitori che definivano il lavoro
effettuato con il titolo: 'cantiere Bassolino'.

Il primo ottobre scorso il Gruppo Spesa Pubblica della
Guardia di Finanza di Napoli ha depositato un'informativa

basata su testimonianze e documenti 'da cui emergerebbe il
commissionamento di lavori edili sul manufatto in

località Farneta presso Cortona da parte di Antonio
Bassolino, nonché la simulazione dell'acquisto
dell'immobile da

parte del solo Petrella al fine di nascondere la
compartecipazione di Bassolino nell'acquisto'
Non è un reato comprare un casale con un amico, ma per i
pm, 'considerato che si procede per un reato

per il quale è prevista l'acquisizione di un profitto che
può essere anche di tipo patrimoniale, è allo stato

ipotizzabile che tale profitto, ove conseguito, possa essere
oggetto di condotte dissimulatorie e di reinvestimento

tese a impedirne il rinvenimento'. Anche perché, scrivono
i pm, 'Petrella risulta avere formalmente acquistato

l'immobile in questione e tuttavia i lavori del medesimo
sono stati concordati con Bassolino, tanto da programmare

il frazionamento in due parti attribuite rispettivamente al
Petrella e al Bassolino'. E questo perché durante le

perquisizioni i finanzieri hanno trovato una scrittura
privata non firmata nella quale Petrella e Bassolino si
dividono

spese di costruzione e porzioni di fabbricato. Nel casale
sarebbe stata trovata inoltre una chiave con impresso

il nome 'Bassolino' e una nota che distingue così i
lavori: 'lato Bassolino' e 'lato Petrella'.
L'operazione immobiliare inizia nella seconda metà del
2002, quando il Comune, guidato dal centrosinistra,

concede il via libera alla ristrutturazione del fabbricato.
Il procuratore di Petrella compra il terreno dichiarando

120 mila euro, anche se in zona dicono ne abbia spesi 200
mila. Ma il vero costo è la ristrutturazione che punta

a dividere il casale in due parti autonome e a farne una
splendida residenza di campagna.

Alla fine del 2005 la casa è pronta, ma è costata
complessivamente circa un milione di euro.
Durante i lavori Antonio Bassolino viene avvistato un paio
di volte intorno alla tenuta o mentre passeggia

nelle campagne circostanti. Il governatore prende il caffè
dal vicino, Libero Iebba, un fiero democristiano di

Benevento che non ama i comunisti sul suo terreno ma fa uno
strappo con il suo conterraneo.

Nel giugno del 2003 il governatore arriva al relais 'Il
Falconiere' in abito scuro per il matrimonio di

Petrella con la sua amata Miriam. È il compare di anello
ma dimentica di portare le fedi.

I giornali locali nel 2005 scrivono: Bassolino compra casa a
Cortona. I pm oggi si chiedono:

perché non l'ha intestata a suo nome? E poi: chi ha pagato
i lavori? Stiamo parlando di un casale con piscina,

campo da calcetto, sauna, sala giochi, rifiniture di pregio
e parco. Bassolino, è l'interrogativo dei pm, dove

avrebbe preso i soldi per onorare la sua parte? Il litigio
del 2005 tra il governatore e il suo amico

Petrella ha reso queste domande superflue. 'Bassolino non ha
mai dormito nel casale e ho pagato tutto io',

dice il medico, al quale non mancano le risorse: Petrella
è stato incluso da 'Class' tra i primi dieci chirurghi
italiani.

'Il vero nome del casale è Milu', spiega, 'come Miriam e
Lucrezia, i nomi di mia moglie e mia figlia.

Altro che casale Bassolino'.


Mario Perrotta

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