SI FERMI IMMEDIATAMENTE L'ABUSIVISMO EDILIZIO SUL VESUVIO!
Sette sezioni missine: quelle di Torre del Greco, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, Sant'Antonio Abate, Ercolano, Portici e Trecase mobilitate sull'allarme vesuvio!
Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e Responsabile del DipartimenMezzogiorno del Movimento Idea Sociale Raffaele Bruno ha dichiarato:
"Dell'eruzione hanno una grande paura tutti. Tant'è che basta una piccola scossa per scatenare il panico. Della colata di cemento che ormai soffoca le falde dello "sterminator Vesevo", come lo amava definire il Leopardi, nessuno sembra preoccuparsi. Le città costruite e sviluppatesi alle falde del cratere rappresentano, invece, un pericolo serio per la sicurezza dei settecentomila e più abitanti che popolano la zona e l'aumento indiscriminato di abusivismo edilizio, oltre a rappresentare un attentato all'ambiente è anche un saccheggio sistematico di un territorio della bellezza incomparabile. Di fronte ad un eventuale e non esclusa ipotesi di risveglio del Vesuvio non esisterà piano di Protezione Civile efficace, finché il nocciolo del problema - vale a dire la sciaugurata edilizia e demografia nell'area più vicina al vulcano - non sarà affrontato con la necessaria determinazione. Per questi motivi il MIS con Rauti , insieme a delle Associazioni ambientaliste e culturali ad essa vicino, sta effettuando volantinaggi e manifestazioni di denuncia verso quelle amministrazioni, locali, provinciali e regionali, che nulla fanno per affrontare il gravissimo problema, prima che sia troppo tardi e per sensibilizzare l'opinione pubblica delle popolazioni locali. I segnali emergenti sono, purtroppo, di segno decisamente negativo, poiché alla valanga di case e ville edificate nel dopo - terremoto in diciotto Comuni della cosiddetta "zona rossa" (circa tremila case costruite, in grandissima parte condonate), entro i prossimi otto-dieci anni potrebbe aggiungersi una massa di altri quarantamila vani, secondo quanto previsto dagli Uffici tecnici municipali, definiti "di prima necessità". Come se le ragioni (meglio dire il buon senso) della sicurezza, della tutela ambientale, della difesa dalla minaccia eterna del vulcano fossero argomenti da non tenere in alcun conto. E gli appelli dei vulcanologi di tutto il mondo ? E le denuncie di tante Associazioni impegnate a difendere l'ambiente? E gli impegni solenni di amministratori regionali, comunali, provinciali, deputati e ministri? Tutto finito nel vuoto, come il coraggio dell'Ente parco del Vesuvio, che qualche anno fa aveva avviato le prime demolizioni di ville abusive. Quelle prime sentenze furono poi avversate ed intralciate con ogni mezzo, politico ed amministrativo, sino a precipitare nuovamente nella paralisi e nella piena confusione la situazione dell'amara realtà quotidiana. Ignoranza ed incoscienza, dunque. Basterebbe considerare la differenza fra rischio Etna e rischio Vesuvio, per avere un'idea del pericolo che incombe sul capo di centinaia di migliaia di cittadini vesuviani, non tanto per il risveglio probabilissimo del vulcano che non ha mai smesso di essere attivo e sveglio, ma per la tragedia di un'impossibile fuga in massa, se le previsioni di un "esodo programmato" fossero, per motivi imprevedibili, disattesi. In Sicilia, le prime abitazioni a rischio distano di sette chilometri dal cratere. Qui, al Vesuvio, strade e case s'inerpicano sino a poche centinaia di metri dalla bocca di fuoco e dalle fumarole ubicate tutt'intorno ancora attivissime. Monitorare la possibile risalita del magma, certo, è molto importante. Ma l'umana imbecillità di chi è pronto a costruire altre palazzine sui terreni ardenti, chi può ancora fermarla? Organizziamoci, quindi, e manifestiamo prima che sia troppo tardi.
Napoli, 9 agosto 2010 L'Addetto Stampa del MIS con Rauti
www.misconrauticampania.it
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