martedì 22 giugno 2010

L'UNITA' NEL PALLONE (di Umberto Franzese)

L'UNITA'  NEL  PALLONE (di Umberto Franzese)

 L'Unità imbalsamata, a cui non credono in Pontida e a Gaeta, trova sfogo ogni quattro anni nel mondiale del Pallone. Il pallone, o meglio il Calcio, diventò adulto negli anni Trenta, quando dietro allo Sport non c'era il vuoto assoluto. L'Italia era da primato. L'Italia credeva in se stessa. Il Paese era o Patria o Nazione. Secondo Marinetti: "La Patria è un'aurora, tessuta di tramonti, la Patria è un ingegnere che divora i suoi ponti!" Gli faceva eco Paolo Monelli: "I popoli forti impongono il loro linguaggio, i loro modi di dire, non raccattano la foresteria con balorda premura…Non c'è posto, in un'Italia ardita e cosciente, per i cianciugliatori alla balcanica di parolette forestiere". Noi che c'inorgogliamo dell'Italia soltanto col pallone, raccattando la foresteria con balorda premura, abbiamo di che deprimerci. Noi che non crediamo nelle cose nostre, accettiamo quelle che ci vengono da altri e che accogliamo come novità. Fu sport di massa, di popolo e non di singoli. Fu sport di praticanti, di assi, di eroi, di idoli e non di passivi spettatori. Imprese strabilianti compiute da eroi leggendari, come Italo Balbo e i suoi sorci verdi, con la loro trasvolata da Roma a Chicago a bordo degli S. 55. Come Mario De Bernardi che stabilì un vero e proprio record: con un prototipo di idrovolante raggiunse i 420 chilometri orari. Come De Pinedo, che su idrovolante Savoia-Marchetti S.55 "Santa Maria", decollando da Orbetello, compì la traversata dell'Atlantico rientrando ad Ostia dopo aver coperto 44.000 chilometri. Come Umberto Nobile, che nel 1926 sorvolò, al comando del dirigibile Norge con Ronald Amundsen, il Polo Nord. Italiani con la schiena dritta, non molli, flaccidi e obesi. Marinetti, scotendo gli animi dei giovani, dichiarò "di aver imposto a cazzotti e legnate l'orgoglio italiano". "Nel dinamismo è la soluzione di tutta l'arte moderna – tuonò

Boccioni – è l'esaltazione delle lotte del proletariato, l'adorazione della scienza e dei suoi ritrovati tecnici più spettacolari, auto e aereo". Non era una vita sporca, scura, pesante, inutile, fatta di piaceri più che di doveri. L'Italia diventò un immenso cantiere in cui non brillarono carrozzoni clientelari e cricche varie. Tra le opere faraoniche spiccano: la bonifica delle paludi pontine; l'autostrada Milano Bergamo; il piano case per gli impiegati dello Stato; l'aeroporto di Ciampino;

la Mostra d'Oltremare; lo stadio Ascarelli, l'ippodromo delle Capannelle. Lavoratori dai polmoni gasati, silenziosi e operanti per la messa in opera di ospedali, scuole orfanotrofi.

L'Italia del calcio vince e stravince i campionati mondiali del 1934 e del 1938 e nella Olimpiade del 1936. Azzurri protagonisti nello sport, inattaccabili per condotta morale ed etica professionale.

I giornali illustrati dell'epoca non si soffermano sul macabro, sul morboso, sul nero, sul giallo, sul rosa. Il Paese ha alti ideali. Non si affida a pallonari, nani e ballerine. Non ne fa idoli da imitare. I campioni in campo hanno un comportamento irreprensibile, non usano sostanze vietate dal codice sportivo. Non fanno gestacci, non lanciano invettive contro il giudice di gara o verso gli spettatori. Hanno rispetto per l'avversario. Non si esaltano.

Ai giorni nostri, gli strapagati campioni della pedata, mostrano, a ogni piè sospinto, arroganza, violenza, disprezzo per chi, lottando, soccombe. Ostentano sul petto, sulle cosce, sulle braccia, tatuaggi di sinistri personaggi o scritte offensive sulle magliette. Sono, per i giovani, idoli miseri, gretti, evanescenti. Negli "anni del consenso"  l'Italia raggiunse traguardi mai toccati. E' una Nazione stretta tutta intera, senza divisioni, intorno al suo Duce. Gli Italiani scoprono che non esiste solo il calcio, il café chantant, il varietà e il tabarin, le colonie marine e montane. Contano anche le giornate lavorative ridotte a otto ore, le quote obbligatorie di assicurazione per vecchi, disoccupati, inabili al lavoro. Esplode il tennis da tavolo, il ping pong, popolare, presso i circoli aziendali e parrocchiali. Nasce la giornata del risparmio. Sul lago di Nemi prendono corpo i lavori per il recupero delle navi romane. Non più donne-crisi ma madri prolifiche e gonne fisse sotto il ginocchio. Principiano i concorsi di Miss nelle stazioni balneari; nei locali impazza il ballo del mattone.

Il mago degli spazi e dell'etere, Guglielmo Marconi, manda dalla cabina dell'Elettra un messaggio augurale al sindaco di Sidney. Il 28 ottobre 1929 nasce l'Accademia d'Italia. Gli accademici ricevono un compenso di 300 lire, i biglietti ferroviari gratis in prima classe e il titolo di eccellenza.

"Che cos'è questa premessa di un popolo esultante? Si leva sul pennone una bandiera? Si leva dal cuore un canto?  In alto i cuori o Italiani! Tutta la Patria è armata per tutte le gesta sui campi di gioco e sui campi cruenti. Coi moschetti e con gli spiriti, coi muscoli che guizzano e con l'anima che canta".

La realtà, oggi, è ben più modesta, avvilente. Un calcio ad un pallone e sul fischio di chiusura l'unità è finita: impazza il Carnevale di Pontida!


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