Venti" consegnata al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano.
Signor Presidente,
facendo seguito alle Sue dichiarazioni in merito al bisogno
di trasparenza nella Pubblica Amministrazione per garantire
che venga perseguito l'interesse pubblico e non quello di
pochi "eletti" evitando altresì lo spreco di danaro
pubblico, ci chiediamo come mai tutto ciò non viene
attuato e non viene da Lei sollecitato per quel che concerne
la vicenda Chiaiano. Qui, suoi concittadini definiti dai
media "facinorosi" sono da mesi alla ricerca di
soluzioni alternative che possano prima di tutto garantire
il diritto alla salute, così come previsto dall'art. 32
della Costituzione italiana, ed evitare inoltre lo sperpero
di danaro pubblico. Lei non ci crederà, Signor Presidente,
ma esistono soluzioni che risolverebbero in maniera
definitiva il problema dei rifiuti nella Sua Regione.
Una buona politica di RIDUZIONE degli imballaggi e la
cultura del RIUSO sono i primissimi passi da fare seguiti da
una RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA ed il relativo
trattamento di RICICLO delle frazioni "differenziate e
non" mediante impianti di COMPOSTAGGIO, peraltro già
presenti in Campania, e impianti di trattamento a freddo dei
rifiuti tipo "Centro Riciclo di Vedelago" in funzione
nella provincia di Treviso. Questo tipo di impianto permette
di avviare al riciclo e di riciclare il 99% circa della
frazione "secca", cosa più eclatante è che in
Campania i sette impianti di CDR potrebbero essere
convertiti in tempi brevi (6 mesi) e con una spesa contenuta
(10 milioni di euro) in impianti di trattamento a freddo
tipo Vedelago. Questo tipo di gestione dei rifiuti è
fortemente caldeggiata dall'Unione Europea ed inoltre
creerebbe un indotto di piccole industrie per il riciclo dei
materiali che permetterebbe l'occupazione di molta gente
alleviando un'altra piaga della nostra Regione: la
disoccupazione.
Al contrario, il piano rifiuti previsto dal Governo italiano
per la Campania, non tutela la salute dei cittadini, prevede
un enorme sperpero di danaro pubblico (circa 5 mld di euro)
favorendo l'arricchimento di pochi (lobby degli
inceneritoristi) e soprattutto non permette una soluzione
definitiva alla questione rifiuti in quanto un terzo dei
rifiuti bruciati negli inceneritori ci ritorna sotto forma
di ceneri altamente tossiche da smaltire (in discarica!).
Tutto ciò per far sì che pochi "eletti" possano
arricchirsi percependo i contributi CIP6 per ogni tonnellata
di rifiuti bruciata condannando a morte migliaia di
cittadini a causa dell'inalazione di nano particelle
inevitabilmente (non c'è filtro che tenga) prodotte
dagli inceneritori.
Signor Presidente, ponga fine a questo scempio, d'altronde
quando nel 1998 Lei era Ministro dell'Interno la Sua
ordinanza n°2774 prevedeva la raccolta differenziata al
35% ed il conferimento dei rimanenti rifiuti agli impianti
di CDR ed il successivo incenerimento precisando che
l'incentivo CIP6 sarebbe spettato solo sull'energia
prodotta al massimo con il 50% dei rifiuti urbani della
Regione. Invece l'0rdinanza è stata stravolta da abili
mani conducendo la Campania in questa situazione; a tal
proposito Le caldeggiamo vivamente la lettura del libro
"ECOBALLE" di Rabitti che spiega chiaramente tutti i
passaggi della vicenda dal 1993 ad oggi.
La tecnologia si è evoluta, possiamo riciclare il 99% dei
rifiuti avendo un bassissimo impatto ambientale, cosa
aspettiamo?
Le alleghiamo alla presente un DVD con un documentario in
cui i "facinorosi" di Chiaiano illustrano i problemi e
le soluzioni dimostrando che la nostra non è una protesta
sterile e manovrata bensì spontanea e ricca di soluzioni.
L'idea di allestire una discarica all'interno
dell'unico polmone verde della città di Napoli, a
ridosso delle abitazioni (poche centinaia di metri dalla
cava in questione) e non avendo a disposizione
un'infrastruttura viaria adeguata, è solo da definirsi
scellerata.
Inoltre, come Presidente del CSM, dobbiamo informarLa che
abbiamo depositato il giorno 29 ottobre 2008 alla Procura di
Napoli una denuncia relativa alla presenza di grossi
quantitativi di amianto nella zona interessata dai lavori di
allestimento della discarica. Appena dopo il deposito della
nostra denuncia, il sottosegretario Bertolaso, dopo aver
movimentato in maniera inadeguata, per circa diciotto
giorni, l'amianto ritrovato e cercato di occultare lo
stesso in una vasca scavata per l'occasione in un terreno
non precedentemente espropriato, decide di avvisare il
reparto NOE dei Carabinieri. Successivamente con un articolo
apparso sul giornale "Repubblica" del giorno 3 novembre
2008 il Generale Giannini dichiara pubblicamente il
ritrovamento a Chiaiano di circa DIECIMILA TONNELLATE DI
AMIANTO. A seguito di tutto ciò la Procura non ha ritenuto
di porre sotto sequestro l'area (così come è avvenuto
per altri ritrovamenti di materiali altamente pericolosi)
non accertando di chi fosse la proprietà del terreno
interessato dagli sversamenti illeciti né tantomeno
cercando di identificare i responsabili di tale disastro
ambientale. Per questa zona è auspicabile solo una
BONIFICA in quanto la popolazione limitrofa è già stata
esposta a sua insaputa ad inquinamento da sostanze
cancerogene.
La questione è stata anche portata al parlamento italiano
dal deputato Franco Barbato dell'IDV dopo il diniego
ricevuto insieme con l'On. Monica Frassoni,
europarlamentare, ad entrare nella cava per un sopralluogo.
Tutto ciò non ha sortito nessuna reazione da parte di
politici e/o magistrati, tutto normale! Meno male che si
auspica trasparenza da parte della Pubblica Amministrazione.
Adesso anche Lei è a conoscenza delle nostre ragioni,
speriamo intervenga in merito altrimenti vorrà dire che
non ha a cuore le sorti dei suoi concittadini e che le sue
parole (trasparenza, interesse pubblico) sono solo di
circostanza.
In attesa di una concreta risposta le porgiamo i nostri
saluti.
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